Erano alla ricerca di alcuni fossili di dinosauro, ma si sono imbattuti nella più antica ragnatela finora conosciuta. Conservata in alcuni frammenti di ambra, la resina degli alberi fossilizzata, l’opera di un ragno realizzata nel Cretaceo (tra 140 e 65 milioni di anni fa) era stata scoperta lo scorso dicembre da Jamie e Jonathan Hiscocks, due cercatori amatoriali di fossili , su una spiaggia dalle parti di Bexhill-on-Sea nel sud dell’Inghilterra. L’importante ritrovamento è alla base di una recente ricerca scientifica.
L’ambra è stata analizzata dai ricercatori della University of Oxford, che hanno potuto osservare alcune porzioni di una ragnatela della lunghezza di un millimetro unite tra loro nella inconfondibile struttura realizzata dai ragni tessitori. Ulteriori indagini hanno consentito di rilevare la presenza di alcune parti di insetti, materia vegetale, corteccia, linfa abrustolita e taluni microbi. I ricercatori hanno inoltre trovato alcune tracce di attinomiceti (Actinobacteria), batteri coinvolti nella formazione del suolo, che potrebbero ora fornire nuove informazioni sull’evoluzione degli strati più superficiali del terreno.
Secondo il team di ricerca, che ha pubblicato gli esiti del proprio studio sulla rivista scientifica Journal of the Geological Society, la ragnatela ritrovata nell’ambra sarebbe stata tessuta da un antico antenato dei ragni che possiamo comunemente trovare in un giardino. Questi artropodi tessono tele resistenti disseminate di piccole gocce appiccicose che svolgono la funzione di immobilizzare le prede e di intrappolarle. All’interno dell’ambra sono chiaramente visibili i residui di questo materiale viscoso. I resti suggeriscono che i ragni di questo tipo si cibassero, oltre 100 milioni di anni fa, degli antenati delle attuali mosche, api, vespe e falene.
I resti fossili di resina ritrovati in Inghilterra racchiudono la ragnatela più antica finora conosciuta. La minuscola tela è stata osservata al microscopio confocale attraverso 40 differenti posizioni dei frammenti di ambra che hanno consentito di immortalare differenti strati del reperto. Successivamente, le immagini sono state elaborate al computer e unite tra loro per realizzare un modello coerente con l’originale e utile per studiare le caratteristiche della ragnatela da diverse angolazioni.
Tale metodo di indagine ha richiesto molto tempo e alcuni frammenti di ambra sono ancora in attesa di essere studiati. Secondo i ricercatori, le prossime indagini potrebbero portare a ulteriori scoperte utili per comprendere il mondo degli insetti e degli aracnidi del Cretaceo.