Ogni notte, la formica Forelius pusillus – nativa dell’area Brasile – Paraguay – traduce in pratica il sacrificio estremo per la conservazione della sua comunità. Quando giunge il tramonto, la colonia si protegge sigillando l’unico ingresso al suo nido con sabbia, terra e piccoli detriti. Il lavoro è estremamente faticoso e richiede la presenza all’esterno del formicaio di alcuni individui della colonia, che hanno il delicato compito di occultare l’ingresso alla vista dei possibili predatori. Impossibilitate a rientrare una volta che il cunicolo è completamente otturato, le formiche rimaste all’esterno si allontanano per poi morire poche ore dopo sfinite dallo sforzo che hanno dovuto affrontare.
Il curioso, ed eroico, comportamento di queste piccole formiche (grandi all’incirca 2 mm) è stato scoperto dal prof. Adam Tofilski (Università di Cracovia, Polonia) e dal suo team di ricerca, durante un viaggio di studio in Brasile per studiare il comportamento sociale della F. pusillus. Nel corso delle loro osservazioni, i ricercatori hanno notato lo strano comportamento di alcuni individui della comunità, che rimanevano completamente isolati dalla loro colonia per occultare nel miglior modo possibile l’ingresso del formicaio, lavorando instancabilmente per oltre 50 minuti [video]. Al momento della riapertura del nido, la mattina seguente, delle formica rimaste all’esterno non c’era più traccia.
La scoperta, di prossima pubblicazione sulla rivista scientifica American Naturalist, è tutt’altro che scontata. Fino ad ora, infatti, si pensava che gli insetti sociali (come formiche, api, vespe) sacrificassero la loro vita per il bene della loro colonia solamente dinanzi a un pericolo immediato come un famelico predatore, ma non certo in previsione di un potenziale attacco.
Il comportamento di questa specie di formiche andrà ora approfondito. Secondo Tofilski, infatti, la colonia potrebbe proteggere sé stessa attraverso suicidi estremamente mirati che interessano gli individui più deboli, malati od ormai anziani e poco utili per la comunità. Si tratta al momento di una semplice congettura, poiché in realtà gli individui di F. pusillus sono già di costituzione estremamente deboli e nemmeno i soggetti più giovani potrebbero sempre sopravvivere alla sfiancante opera di occultamento del nido dall’esterno.
Il mistero più grande, infine, rimane legato al nemico dal quale queste formiche cercano di difendersi. Il team di ricerca non è ancora riuscito ad identificarlo con certezza, anche se si presume possano essere altre specie di formiche maggiormente combattive, interessate a colonizzare gli spazi delle F. pusillus. Secondo alcuni entomologi, scoprire il meccanismo istintivo che porta queste formiche a un gesto di altruismo così estremo potrebbe forse fornire nuovi dettagli sull’evoluzione stessa dell’altruismo nel regno animale.