Dopo aver perso buona parte della loro fama nel corso dell’ultimo secolo, le sanguisughe potrebbero presto ritrovare un po’ del loro antico smalto nella scienza medica.
Non si tratta di revanscismo medievale o nostalgia per gli antichi ritrovati alchemici, ma di una attenta e scrupolosa ricerca per curare i pazienti affetti da asma e alcune malattie autoimmuni.
Il team di ricercatori guidato dal prof. David Pritchard, della University of Nottingham (Gran Bretagna), ha studiato a lungo gli effetti del particolare anestetico rilasciato dalle sanguisughe sul corpo umano, giungendo a una sorprendente conclusione.
Si è scoperto che la sostanza iniettata dalle sanguisughe, per non far provare dolore alle prede, è in grado di diminuire sensibilmente le risposte immunitarie del nostro organismo. Ciò significa che malattie autoimmuni, causate da un’eccessiva e sproporzionata reazione immunitaria, come la sclerosi multipla, la febbre da fieno e patologie asmatiche potrebbero essere trattate con successo con le sanguisughe.
I primi risultati dello studio del team di David Pritchard sono molto incoraggianti, ma ancora lontani da conclusioni certe e scientificamente inoppugnabili. I ricercatori hanno già condotto una serie di test per capire con quali dosi e modalità impiegare le sanguisughe sui pazienti. L’esito di questa prima sperimentazione, orientata più sulla sicurezza che sull’efficacia del trattamento, ha evidenziato un’ottima risposta da parte dei pazienti. La maggior parte degli individui trattati con sanguisughe ha affermato di aver tratto notevoli benefici dalla cura, tanto da preferire questi famelici vermi succhia sangue alle tradizionali pastiglie.
La ricerca verrà ora mirata sui pazienti affetti da asma, con test molto severi e scrupolosi per misurare l’effettiva efficacia del trattamento con sanguisughe.
Corsi e ricorsi della medicina…