Sempre nel 1829, il giovane Louis Braille mise a punto un metodo innovativo per consentire ai ciechi di leggere e scrivere. Il nuovo sistema, molto pratico e semplice da imparare venne impiegato a fasi alterne dai docenti dell’Istituto, per poi essere proibito dal nuovo direttore. Nonostante le avversità iniziali, il metodo ti lettura creato da Braille si impose nei decenni successivi, specialmente dopo la morte del suo ideatore.
Il metodo Braille era costituito da un codice di punti in rilievo (più semplici da identificare rispetto alla silhouette di una lettera), disposti sul foglio in combinazioni simili a quelle del domino. Ogni insieme di punti corrispondeva a una specifica lettera o a numeri, segni di interpunzione o parole molto comuni come le congiunzioni e gli articoli.
Utilizzata ancora oggi con alcune variazioni, la scrittura Braille si legge facendo scorrere la punta di uno o due dita sul testo in rilievo. La combinazione dei punti fornisce le parole, generalmente costituite da una radice variabile e da prefissi e suffissi comuni come “pre-“. “in-“, “-zione”, “-mento”. I caratteri Braille possono essere “scritti a mano” utilizzando uno stilo per imprimere sui fogli i punti destinati a formare i caratteri. La scrittura avviene in maniera speculare sul retro del foglio, muovendosi dunque da destra a sinistra.