Un hovercraft viaggia sull’acqua, ma non è propriamente una nave, e si muove staccato dal suolo, ma non è un aeroplano. Qual è il suo segreto?
L’hovercraft è un mezzo anfibio che si muove su un cuscino d’aria compressa, una condizione che consente di procedere con relativa facilità sia sulla terra sia sull’acqua, superando paludi, asperità del terreno e persino cespugli. L’aria per sollevare il mezzo al di sopra del suolo è generata da alcuni potenti compressori, che direzionano il loro getto d’aria verso il basso. Una paratia flessibile, il grembiule, collocata attorno al bordo inferiore del veicolo favorisce la formazione del cuscino d’aria ed evita una eccessiva dispersione laterale dei flussi generati dai compressori.
Dopo aver gonfiato il grembiule, l’aria compressa in eccesso esce attraverso una serie di ugelli disposti lungo il perimetro interno della paratia e forma un cuscino d’aria che grazie alla moderata pressione riesce a sollevare il veicolo liberandolo dal contatto con il suolo o l’acqua. L’altezza raggiunta è solitamente legata al tipo di hovercraft e può andare dalle poche decine di centimetri a qualche metro nei modelli più grandi e potenti.
Il grembiule è a sua volta contornato da una serie di appendici flessibili, solitamente chiamate dita, alle quali è affidato il compito di limitare il più possibile la dispersione laterale dell’aria anche sulle superfici irregolari. Ciò preserva il cuscino d’aria e consente al mezzo di essere maggiormente stabile.
I compressori hanno la sola funzione di sollevare da terra l’hovercraft, mentre per il movimento vengono in genere utilizzate delle comuni eliche, simili a quelle installate sugli aeroplani. Le eliche accelerano la corrente d’aria all’indietro spingendo così in avanti il mezzo e il loro passo è variabile, condizione che consente di modificare l’inclinazione e l’incidenza delle pale per regolare l’andatura e in parte l’assetto. Il timone è collocato nella scia dell’elica, ovvero alle sue spalle, e viene governato attraverso manovre simili a quelle adottate in aviazione.
Tra gli hovercraft maggiormente conosciuti, spicca il modello SRN-4 Mark III adottato fino al 2005 per i trasporti di mezzi e persone sulla Manica. Il mezzo era in grado di trasportare oltre 250 passeggeri e circa 60 autoveicoli ed era dotato di quattro compressori da 3,5 metri di diametro e di 4 eliche da 6,4 metri montate su altrettanti piloni collocati sulla sommità dello scafo. L’hovercraft viaggiava a cira 110 Km/h e impiegava 35 minuti per un viaggio sulla Manica da Dover (Gran Bretagna) a Boulogne (Francia).