Riconoscere una persona poco conosciuta è spesso difficoltoso per un comune essere umano, figurarsi per una macchina priva di capacità cognitive complesse. Man mano che un viso diviene più familiare, però, il cervello umano impara a collegare una determinata fisionomia con un nome e a riconoscerne l’identità anche in una comune fotografia. Partendo da questo presupposto, Rob Kenkins e A. Mike Burton hanno elaborato un modello matematico in grado di descrivere i processi cognitivi attivati dalla nostra mente per imparare a riconoscere il viso di una persona. I due ricercatori sono così giunti alla conclusione che il nostro cervello sommi differenti immagini della medesima persona, fissando poi nella nostra memoria un’immagine “media” del viso da ricordare. Un collage di ricordi legati alle espressioni e alle caratteristiche della fisionomia di una faccia sotto diverse angolazioni.
Pubblicata sulla rivista scientifica Science in questi giorni, la ricerca apre numerose possibilità di applicazione per questa nuova tecnologia di riconoscimento. Il sistema è in fase di sperimentazione in due piccoli aeroporti britannici per il riconoscimento automatico dei passaporti, e sul sito Web MyHeritage. Collegandosi al portale, gli utenti hanno la possibilità di caricare una propria fotografia per scoprire eventuali somiglianze con i divi dello spettacolo o, attraverso il caricamento di una foto dei genitori, verificare se a prevalere sia la fisionomia del padre o della madre.