Scoperto il fossile di una rana gigante in Madagascar

Il fossile di un esemplare di rana gigante, vissuto circa 65 – 70 milioni di anni fa, è stato recentemente ritrovato in Madagascar. I resti fossilizzati mostrano chiaramente come questo anfibio, chiamato Beelzebufo ampinga, avesse una larghezza di circa 20 centimetri e una lunghezza complessiva di quasi mezzo metro. Il nome del curioso animale deriva dalla fusione dei termini Belzebù e bufo (rospo), che combinati danno origine a Beelzebufo, ovvero “la rana dell’inferno”.

Susan Evans (University College, London, UK) e i suoi colleghi hanno analizzato una sessantina di frammenti fossili ritrovati nel sito di Mahajanga Basin in Madagascar. Nonostante l’alto numero di reperti, non è stato possibile ricostruire uno scheletro completo dell’animale, ma le informazioni ricavate dal cranio hanno fornito importanti dettagli sulla conformazione fisica e sulla “scala” della rana. Grandi il doppio o il triplo della attuale specie Ceratophrys aurita, gli esemplari di Beelzebufo si nutrivano principalmente di piccoli vertebrati come lucertole e topolini.

Curiosamente, le fattezze del fossile ricordano molto la sottospecie di anfibi delle Ceratophryinae, diffuse in molte aree del Sud America. La somiglianza tra le due specie potrebbe essere dovuta ai movimenti del supercontinete Gondwana, che oltre 160 milioni di anni fa diede progressivamente origine ai principali continenti dell’emisfero australe.
Secondo la paleontologa Evans, la somiglianza tra Beelzebufo e l’attuale sottospecie delle Ceratophryinae confermerebbe una antica parentela tra le due specie animali, che avrebbero dunque avuto antenati in comune quando Gondwana formava un unico gigantesco continente. La diversificazione tra le due specie sarebbe quindi iniziata circa 70 milioni di anni fa, quando Madagascar e India erano ancora collegate via terra al Sud America grazie all’Antartide.
Le osservazioni della paleontologa, pubblicate sulla rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences, non hanno ancora completamente convinto la comunità scientifica. Secondo alcuni ricercatori, l’età molecolare del reperto suggerirebbe una separazione evolutiva più recente tra gli esemplari del Madagascar e quelli del Sud America.