Per poter osservare oggettivamente il mondo animale, studiarne caratteristiche e peculiarità, è spesso necessario abbandonare il proprio bagaglio culturale e morale. Alcuni comportamenti tipici degli animali possono infatti apparire ripugnanti e molto distanti dal nostro senso comune del “bene”. Nessuno di noi credo abbia mai immaginato da piccolo di poter essere sbranato dai propri genitori, per quanto crudeli essi potessero essere.
Eppure, sono molti gli animali che talvolta mangiano la loro prole, e il fenomeno investe anche i genitori più affettuosi e attenti. Una nuova ricerca indica come la scelta di sbranare i propri figli non sia spesso legata alla semplice fame, ma a meccanismi comportamentali molto più raffinati, come assicurare la sopravvivenza alla parte di prole sana uccidendo gli individui malati o meno forti.
Il modello ipotizza un individuo immaginario dotato della particolare mutazione genetica che spinge a cibarsi delle uova della propria prole. Secondo il modello matematico, in queste condizioni il gene del cannibalismo si diffonderebbe in una specifica popolazione poiché fornirebbe ai genitori la possibilità di assumere un numero maggiore di calorie, ma si potrebbe anche radicare per consentire ai genitori di mangiare gli individui deboli della propria prole, favorendo quelli sani. I due ricercatori hanno poi modificato il modello matematico immaginando un’altra necessità che potrebbe spingere i genitori a mangiare le uova della propria specie: assicurare agli individui migliori una rapida e sicura crescita. Anche in questo caso il modello matematico ha dimostrato che il gene del cannibalismo si diffonderebbe molto rapidamente nella popolazione, e proprio per rispondere all’esigenza di rendere rapida la crescita dei propri figli.
Il modello matematico fornito dai due ricercatori dimostra per la prima volta, con basi teoriche solide e dimostrabili, la possibilità che il cannibalismo si diffonda in alcune specie per regolare densità e qualità della popolazione. Questa possibilità, già discussa in linea teorica negli ultimi anni, potrebbe finalmente spiegare quella che ai nostri occhi appare come una pratica crudele, ma del tutto naturale ed essenziale per assicurare la prosecuzione della specie.