Secondo i biologi, gli orsi polari incontreranno sempre più difficoltà per sopravvivere alle estati costantemente più calde nell’Artico. Il minor tempo trascorso da questi animali sulle piattaforme di ghiaccio si traduce in una progressiva diminuzione della loro massa grassa, indispensabile per sopravvivere durante i lunghi inverni.
Confrontando i dati degli ultimi due decenni sulla popolazione di orsi bianchi lungo le coste dell’Hudson Bay, un gruppo di ricercatori canadesi e statunitensi ha registrato una progressiva riduzione di esemplari, sia tra i membri più anziani che tra quelli più giovani. «Le possibilità di sopravvivenza sono diminuite drasticamente per i cuccioli, così come per gli adulti e i membri più anziani delle colonie in proporzione al progressivo scioglimento dei ghiacci” ha dichiarato Ian Stirling, biologo del Canadian Wildlife Service e co-autore della ricerca. Secondo il ricercatore, ciò che sta accadendo nella Hudson Bay potrebbe essere il preludio a una vera e propria ecatombe nelle aree più a nord verso il Polo.
Dal 1984 i ricercatori del Wildlife Service catalogano minuziosamente tutti gli esemplari di orso polare della Hudson Bay, dotando gli animali di una piccola targhetta e un tatuaggio. Questi segni aiutano i biologi a riconoscere i singoli individui, tracciare la loro vita e stimare quanti esemplari possano sopravvivere nel rigido inverno. In appena venti anni, la popolazione di orsi sì è ridotta di oltre il 20%.
I dati del progressivo depauperamento delle colonie di questi animali è stato quindi confrontato con i dati relativi al disgelo della Hudson Bay. Si è potuto così scoprire che gli esemplari di età compresa tra i 5 e i 19 anni paiono subire poco la prematura scomparsa dei ghiacci, mentre gli individui più piccoli e anziani muoiono con estrema facilità, a causa della fame e del freddo.