Il movimento delle ali consente alla maggior parte degli uccelli di compiere vere e proprie prodezze. Grazie a un colpo d’ala essi sono in grado di cabrare, planare, compiere una picchiata e riprendere quota con vertiginose impennate. Ma solo un genere di uccello è in grado di volare all’indietro: il colibrì. Perché?
A differenza degli altri colleghi pennuti, i colibrì posseggono ali in grado di ruotare di quasi 180 gradi rispetto alla linea mediana del loro corpo. Questo particolare e unico movimento è garantito dalla possente articolazione della spalla, un fascio leggerissimo ma resistente di muscoli e tendini che permettono movimenti altrimenti impossibili.
La considerevole inclinazione raggiunta dalle loro ali consente ai colibrì di muoversi all’indietro con estrema precisione e controllo, così come di sostare a mezz’aria per nutrirsi del nettare di un fiore. Testa alta e corpo praticamente verticale, il colibrì batte le ali fino a ottanta volte al secondo, mentre il suo becco lungo e affusolato aspira il nettare dai fiori. Cibarsi in volo non è però così semplice e, per estrarre il becco dalle corolle floreali, il colibrì deve forzatamente volare all’indietro. La manovra richiede uno sforzo considerevole: il colibrì deve orientare in avanti la sua coda opponendola alle proprie ali. Così facendo, riesce a liberare il becco dal fiore senza impigliarsi.
Anche se gli altri uccelli non possono volare all’indietro, molte specie hanno affinato specifiche tecniche di volo per sopperire a questa mancanza. Le code a forcella delle rondini, ad esempio, consentono virate molto strette in aria. Lanciata ad alta velocità all’inseguimento di un moscerino, una rondine è in grado di compiere una sterzata in appena un metro senza scomporre minimamente il proprio assetto. Ma, mentre le rondini volano principalmente seguendo le correnti d’aria anche ad alta quota, il volo dei colibrì è maggiormente paragonabile a quello dei grandi insetti volanti come i coleotteri… di cui imitano perfettamente il ronzio.