I volatili utilizzano molteplici sistemi per comunicare. Oltre al canto, al colore delle piume e ai movimenti in volo, alcuni esemplari utilizzano anche i rumori prodotti dalle loro ali per farsi notare da un potenziale partner o per spaventare i loro nemici. Un gruppo di ricercatori ha ora dimostrato come anche i piccioni utilizzino le loro ali per avvisare i membri di uno stormo su un possibile pericolo. Un segnale di allarme “non vocale” mai riscontrato prima tra i pennuti.
Non tutti gli uccelli utilizzano il loro apparato di fonazione per attirare l’attenzione dei loro simili. Partendo da questo presupposto, Robert Magrath (Australian National University, Canberra – Australia) ha cercato di scoprire se il rumore prodotto dalle ali degli uccelli nelle fasi di repentino decollo possa essere avvertito come un segnale utile per comprendere se sia necessaria o meno la fuga.
Insieme ai suoi ricercatori, Magrath ha studiato per lungo tempo il comportamento di alcuni esemplari di piccione crestato (Ocyphaps lophotes), un parente dei comuni piccioni che troviamo in città. Questa particolare specie, quando decolla repentinamente, produce con le ali un suono chiaramente riconoscibile e simile a un breve fischio.
I ricercatori hanno così predisposto 13 “punti di ristoro” per i piccioni e hanno registrato il suono prodotto dal loro decollo in condizioni normali. In una seconda fase dell’esperimento, il team di ricerca ha colto di sorpresa i piccioni lanciando un piccolo deltaplano mascherato da corvo così da poter registrare il suono emesso dalle ali dei pennuti in caso di pericolo. Il fischio di pericolo è così risultato molto più acuto e repentino del suono prodotto in condizioni normali dai piccioni crestati.
Nella terza fase dell’esperimento, i ricercatori hanno riprodotto i due differenti fischi per testare la reazione dei piccioni. Il primo rumore registrato in condizioni di quiete non ha sortito alcun effetto tra i pennuti accorsi a cibarsi. Su 15 piccioni, nessuno ha deciso di volare via. La riproduzione del fischio di allarme prodotto con le ali ha invece indotto ben 11 volatili su 15 a prendere il volo per fuggire dall’annunciato pericolo.
I ricercatori hanno poi provato a modulare il volume dei due fischi, per cercare di capire da quali variabili fosse dettata la reazione dei piccioni. La riproduzione del primo fischio – quello registrato in un momento di quiete – a un volume maggiore non ha sortito alcun effetto, mentre la riproduzione a volume ridotto del fischio di pericolo ha indotto i tre piccioni più vicini alla fonte del rumore a fuggire, mentre ha destato il visibile interesse degli altri esemplari che hanno interrotto la libagione per guardarsi intorno e identificare un possibile pericolo.
Come scrivono i ricercatori nella recente edizione della rivista scientifica Proceedings of the Royal Society B, il segnale di pericolo è “codificato” dal rapido tempo di esecuzione dovuto al repentino colpo d’ali e non al suo volume. Secondo Magrath, a originare il rumore d’allarme sarebbe una particolare piuma molto stretta posta all’esterno dell’ala la cui conformazione si sarebbe accentuata nel corso dell’evoluzione. Tale piuma potrebbe avere anche altre funzioni, al momento ancora sconosciute ai ricercatori. Ulteriori studi su altre specie di volatili potrebbero mettere in evidenza la presenza di un sistema analogo per segnalare i pericoli senza utilizzare l’apparato di fonazione.
Ancora una volta la natura ci fà restare a bocca aperta:tutti gli uccelli usano le ali per comunicare pericolo ai loro simili.Ma di quale evoluzione si parla ,nel loro DNA c’è l’informazione su come devono muoversi le penne apicali ,insomma hanno come un alfabeto morse.Mentre gli evoluzionisti sono ancora alle aste.