Un tirannosauro a misura d’uomo

Una recente scoperta potrebbe complicare la vita ai paleontologi. Un gruppo di ricercatori ha infatti scoperto una sorta di Tyrannosaurus rex in miniatura, prontamente battezzata Raptorex kriegsteini, che potrebbe modificare almeno in parte l’attuale approccio nello studio dell’evoluzione del temibile predatore preistorico.

raptorex

Divenuto noto al grande pubblico grazie ai film di fantascienza più che alla divulgazione scientifica, il tirannosauro presenta tratti inconfondibili come una testa enorme, una bocca piena di denti acuminati, arti posteriori possenti e una lunga coda per bilanciare l’andatura. Partendo proprio da queste caratteristiche, ricostruite attraverso lo studio dei fossili, i paleontologi avevano ipotizzato che il T. rex fosse l’evoluzione di un dinosauro simile e con le medesime dimensioni, ma meno specializzato ed evoluto come l’Allosauro che popolò la terra almeno 50 milioni di anni prima della comparsa del tirannosauro, vissuto approssimativamente tra i 70 e i 65 milioni di anni fa. Leggi tutto “Un tirannosauro a misura d’uomo”

Nella respirazione il segreto degli Pterosauri, i padroni del cielo preistorico

Pterosauro, elaborazione grafica (credit: schools.net.au)
Pterosauro, elaborazione grafica (credit: schools.net.au)

Da tempo i paleontologi cercano di capire con precisione come i primi vertebrati preistorici riuscissero a mantenersi in volo. Ora, un recente studio sembra aver svelato l’arcano, rivelando come gli Pterosauri – vissuti tra i 220 e i 65 milioni di anni fa – sfruttassero le medesime caratteristiche dei volatili dei giorni nostri per volare.

Gli Pterosauri dominarono i cieli del nostro Pianeta durante il Triassico e il Cretaceo. Questi particolari rettili in grado di volare avevano dimensioni molto differenti a seconda delle specie e spaziavano dai più piccoli, grandi quanto un passerotto, agli esemplari più grandi che potevano raggiungere le dimensioni di un aeroplano da turismo.

Dopo averne studiato per decenni l’anatomia, la maggior parte dei paleontologi  sembra ormai convenire su un’unica ipotesi: gli Pterosauri volavano sbattendo le ali e non planando. Una teoria che trova numerose rispondenze nelle caratteristiche anatomiche di questi rettili, ma che solleva non pochi interrogativi sulla capacità muscolare e metabolica posseduta da questi animali per librarsi nei cieli preistorici. Sbattere le ali mette a dura prova la muscolatura e richiede un dispendio considerevole di energia.

Determinato a fare maggiore chiarezza, nel corso degli ultimi cinque anni il paleontologo Leon Claessens (College of the Holy Cross di Worcester, USA) ha confrontato le caratteristiche di 100 fossili di Pterosauro per approfondire le sue conoscenze sull’anatomia di questi incredibili animali. Dopodiché, il ricercatore ha svolto un’accurata indagine rilevando, attraverso i raggi-X, il movimento delle ossa – durante la respirazione – di alcuni rettili e volatili dei giorni nostri. Leggi tutto “Nella respirazione il segreto degli Pterosauri, i padroni del cielo preistorico”

Anche i maschi di dinosauro accudivano le uova

Oviraptor (credit: Wikimedia.org)
Oviraptor (credit: Wikimedia.org)

È un padre così attento e premuroso, un vero dinosauro. Considerati spesso come delle vere e proprie macchine di morte, anche grazie all’immagine tramandata da alcune pellicole cinematografiche di successo, i dinosauri erano in realtà molto attenti al loro ruolo genitoriale e pronti a prendersi amorevolmente cura della propria prole. A rivelarlo è un recente studio che ha svelato come i maschi di tre specie di dinosauro accudissero le uova al posto delle femmine, rimanendo a “casa” a curare il nido.

Le teorie su questo genere di comportamento dei dinosauri non sono del resto nuove. Nel corso di una spedizione nel Deserto del Gobi, nei primi anni Novanta i paleontologi ritrovarono i resti fossili di un Oviraptor intento a proteggere il proprio nido e le uova in esso contenute. Inoltre, tale comportamento può essere ritrovato anche tra i lontani parenti contemporanei dei dinosauri come gli uccelli e i rettili, che creano un nido per accudire le uova contenenti la loro prole in potenza.

Un gruppo di paleontologi, guidato da David Varricchio della Montana State University (USA), ha confrontato tre specie di dinosauri, con caratteristiche simili agli uccelli, con i volatili e i coccodrilli dei giorni nostri. Per la ricerca sono stati utilizzati i resti fossili di Oviraptor, Citipati e Troodonte ritrovati insieme ai loro nidi, contenenti ciascuno una nidiata costituita da una trentina di uova. Conoscendo le dimensioni medie dei dinosauri e quelle delle uova, i paleontologi hanno provato a desumere il comportamento degli animali rispetto al nido. Leggi tutto “Anche i maschi di dinosauro accudivano le uova”

Quando i coleotteri banchettavano con carne di dinosauro

I coleotteri potrebbero essere una delle principali cause della scarsità di fossili di dinosauro, almeno secondo un team di ricerca della Young University (Provo, Utah – USA).

Un gruppo di ricercatori dell’università statunitense ha infatti analizzato migliaia di ossa di dinosauro risalenti al Giurassico e al Cretaceo, scoprendo così come gli insetti carnivori abbiano letteralmente azzannato i loro resti, eliminando in parte ciò che dopo milioni di anni si sarebbe tramutato in un fossile.
I principali indiziati per questi banchetti preistorici sono i coleotteri appartenenti alla famiglia delle Dermestidae – in particolare Dermestes maculatus – estremamente ghiotti dei resti organici come ossa e carne. Individuata la carcassa di un dinosauro, questi insetti erano soliti deporre una grande quantità di uova, destinate a schiudersi e a liberare le larve che con lenta meticolosità si sarebbero poi dedicate a mangiare e digerire buona parte dell’animale preistorico. Leggi tutto “Quando i coleotteri banchettavano con carne di dinosauro”

Scoperto gigantesco fossile di dinosauro in Patagonia

Dopo sette anni di duro lavoro, un gruppo di paleontologi brasiliani ed argentini ha dichiarato di aver scoperto i resti fossili di una nuova specie di dinosauro gigante, vissuto in Patagonia circa 80 milioni di anni fa durante il Cretaceo.
Il Futalognkosaurus, questo il suo nome, era alto quanto un palazzo di quattro piani, aveva un collo dieci volte più lungo di quello di una giraffa adulta ed è stato probabilmente il più grande dinosauro vegetariano della storia.

Rappresentazione artistica del Futalognkosaurus dukei [photo credit: Arthur Weasley]I resti fossili, molto ben conservati, della struttura scheletrica hanno consentito ai ricercatori di ricostruire con precisione la fisionomia del mastodontico dinosauro. Dalla testa alla lunga coda, il Futalognkosaurus misurava circa 33 metri, con un incredibile e lunghissimo collo lungo circa 17 metri.
Presentazione dei resti fossili del Futalognkosaurus durante una conferenza stampa [photo credit: AP] “Si tratta di una nuova specie mai rinvenuta prima” ha dichiarato entusiasta il paleontologo Juan Porfiri durante una conferenza stampa a Rio de Janeiro. “Il collo del Futalognkosaurus aveva dimensioni incredibili, con un ampio diametro e forti fasce muscolari per sorreggerlo.” I resti fossili della struttura ossea sono completi al 70% e testimoniano l’enorme mole di uno dei dinosauri più grandi al mondo finora conosciuti, il fossile della sola colonna vertebrale pesa più di otto tonnellate.

Il nome Futalognkosaurus Dukei deriva dalla lingua indigena dei Mapuche, gli abitanti del Regno di Araucanía – Patagonia, e significa “gran capo delle lucertole”. Il secondo nome, Dukei, deriva invece dalla compagnia statunitense Duke Energy Corp che ha finanziato buona parte degli scavi e del lavoro dei ricercatori in Argentina.

Resti fossili del Futalognkosaurus [photo credit: National Museum of Brazil]Paleontologi ed esperti di preistoria non hanno dubbi, i resti fossili di questo enorme dinosauro rinvenuti vicino al lago Barreales appartengono a una nuova specie ancora sconosciuta.
Con il ritrovamento del Futalognkosaurus, l’area geografica della Patagonia si dimostra ancora una volta un prezioso giacimento di fossili preistorici. In questa zona dell’America meridionale furono ritrovati i resti di altri due mastodontici dinosauri: l’Argentinosaurus, lungo circa 35 metri, e il Puertasaurus reuili, lungo quasi 40 metri.