Gli uccelli migratori ricorrono al doping per i loro lunghi spostamenti

Calidris pusilla (credit: bio-diversity-nevis.org)
Calidris pusilla (credit: bio-diversity-nevis.org)

Affrontare i lunghi spostamenti tra i due emisferi per gli uccelli migratori è un’esperienza massacrante, così alcune specie ricorrono a soluzioni che ricordano da vicino il doping negli sport. Ogni anno, per esempio, gli esemplari di Calidris pusilla compiono un lungo viaggio dall’area dell’artico canadese fino alla loro “residenza” invernale nell’America del Sud, una delle migrazioni più ad ampio raggio finora conosciute.

Mentre affrontano il viaggio, questi particolari volatili fanno scalo tecnico nella Baia di Fundy (costa orientale del Canada) per assumere la loro sostanza dopante: alcuni gamberetti estremamente nutrienti. Gli individui di Calidris pusilla si nutrono infatti per due settimane degli esemplari di Corophium volutator, dei piccoli gamberetti estremamente ricchi di omega-3, i famosi acidi grassi polinsaturi indicati spesso come valido integratore per tenere a bada le patologie cardiache nell’uomo e alcuni stati depressivi.

Secondo il ricercatore Jean-Michel Weber della University of Ottawa, gli omega-3 sortirebbero degli effetti benefici anche negli uccelli viaggiatori intenti a raggiungere il Sud America, aumentando di molto le loro capacità aerobiche. Per dimostrarlo, Weber ha deciso di testare gli acidi grassi polinsaturi sul Colinus virginianus (Colino della Virginia), un volatile dalle dimensioni ridotte e molto simile alla quaglia.

Coordinando alcuni collaboratori, il ricercatore canadese ha messo a punto tre diete differenti a base di acido n-3 eicosapentaenoico, o di acido n-3 docosapentaenoico oppure di entrambi per tre diversi gruppi di Colino per un periodo di sei settimane. Terminato il periodo di regime alimentare controllato, i ricercatori hanno verificato il tono muscolare dei volatili dei tre gruppi per verificare se la loro capacità di consumare ossigeno per produrre energia fosse migliorata. Misurando i livelli di quattro enzimi implicati nell’ossidazione per produrre energia (e dunque volare con bassi consumi di cibo), il team di ricerca ha così notato un incremento degli stessi enzimi tra il 58 e il 90%, un dato considerevole se considerato che un atleta dopo una preparazione intensiva di quasi due mesi raggiunge al massimo un aumento compreso tra il 38 e il 76% degli enzimi legati all’ossidazione. Gli esemplari di Colino hanno raggiunto tali livelli semplicemente nutrendosi di acidi grassi polinsaturi.

Nonostante i primi incoraggianti risultati, pubblicati da poco sulla rivista scientifica The Journal of Experimental Biology, Weber non è ancora riuscito a determinare con certezza in che modo gli omega-3 agiscano sull’organismo dei volatili incrementando i livelli di alcuni enzimi. Le evidenze sembrano comunque dimostrare chiaramente come il banchetto a base di gamberetti ricchi di omega-3 consenta poi agli esemplari di Calidris pusilla di affrontare la lunga trasvolata invernale verso le zone più calde del Sud America.

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