I primi esseri umani non erano grandi arrampicatori, colpa delle caviglie

Scimpanzé (credit: Anne Fischer)
Scimpanzé (credit: Anne Fischer)

Benché discendessero dalle scimmie, sembra proprio che i primi esseri umani non fossero molto abili nell’arrampicarsi sugli alberi. A rivelarlo è un nuovo studio accademico, che potrebbe presto portare una parola definitiva su una diatriba che da tempo divide la comunità scientifica.

Secondo i ricercatori, gli scimpanzé e gli umani iniziarono a seguire strade evolutive distinte intorno ai 5 – 7 milioni di anni fa. Non si sa ancora molto su che cosa sia accaduto nel periodo che portò alla nascita dei primi ominidi: secondo parte della comunità scientifica i primi esemplari del genere umano vivevano principalmente sugli alberi, sfruttando la particolare conformazione delle loro dita per arrampicarsi facilmente sui rami, mentre per altri studiosi il fisico dei nostri lontani antenati era ormai differenziato dalle scimmie e dunque consentiva già una vita prevalentemente a terra. Leggi tutto “I primi esseri umani non erano grandi arrampicatori, colpa delle caviglie”

Perché i serpenti non hanno le zampe?

Serpenti e lucertole discendono dal medesimo ceppo, eppure, mentre la maggior parte delle lucertole ha mantenuto durante il processo evolutivo le quattro zampe, i serpenti le hanno perse. Solo alcune specie primitive, come boa e pitoni, conservano ancora le vestigia delle zampe posteriori che sporgono dal loro corpo affusolato.

Struttura ossea di un serpenteA differenza di quanto si possa immaginare, non possedere le zampe si è rivelata una vera fortuna per i serpenti. La loro assenza consente a questi rettili di scivolare e intrufolarsi in aperture piccolissime, come i nidi e le tane delle prede. Inoltre, senza l’ingombro delle zampe, i serpenti possono sottrarsi ai predatori più grandi di loro nascondendosi in angusti e inaccessibili spazi tra le rocce o sottoterra. Leggi tutto “Perché i serpenti non hanno le zampe?”

Il “grasso buono” aiuta a dimagrire anche in età adulta

Non tutto il grasso vien per nuocere. A rivelarlo sono tre interessanti ricerche sul tessuto adiposo bruno, che potrebbero portare in futuro a nuove soluzioni per il controllo della percentuale di grasso negli individui sovrappeso.

Tessuto adiposo bruno
Tessuto adiposo bruno

Mentre il tessuto adiposo bianco costituisce la principale riserva di energia ottenuta dal cibo per il nostro organismo, il tessuto adiposo bruno (BAT) consuma energie principalmente per produrre calore. Questo tessuto è estremamente ricco di mitocondri (gli organelli, parti della cellula, deputati alla respirazione cellulare) che conferiscono la tipica colorazione scura a questo tipo di grasso, essenziale principalmente per le specie animali che vanno stagionalmente in letargo. Fino a qualche tempo fa, si pensava che il BAT fosse attivo solamente nei primi anni di vita nell’uomo e che poi scomparisse progressivamente divenendo meno funzionale. Leggi tutto “Il “grasso buono” aiuta a dimagrire anche in età adulta”

Lo spettacolo del Cosmo attraverso le lenti di Hubble

Migliaia di stelle ai primi stadi di vita sono raccolte, come in una foto di famiglia, nella gigantesca nebulosa NGC3603. Questo piccolo scrigno costituisce uno dei più giovani gruppi di stelle dell’intera Via Lattea, la nostra galassia.

La nebulosa NGC3603 si trova a 20.000 anni luce dalla Terra (photo credit: hubblesite.org)
La nebulosa NGC3603 si trova a 20.000 anni luce dalla Terra (photo credit: hubblesite.org)

La nebulosa NGC3603 si trova vicino a Carena (Carina in latino), una costellazione ricca di corpi celesti che giace su uno dei bracci a spirale della Via Lattea a 20.000 anni luce di distanza dal nostro Pianeta. L’immagine catturata dal telescopio spaziale Hubble, che ormai da 17 anni ci svela le affascinanti proprietà del Cosmo, rappresenta un “grappolo di stelle” di recente formazione sovrastato da una gigantesca zona costituita da polveri e gas stellari. Ricca di dettagli e ad altissima definizione, l’immagine rivela con estrema precisione il ciclo di vita delle stelle. Leggi tutto “Lo spettacolo del Cosmo attraverso le lenti di Hubble”

Terremoti e radon, attenti alla pseudoscienza

Le notizie delle ultime ore sul violento terremoto che ha colpito alcune aree dell’Abruzzo, con epicentro vicino a L’Aquila, sono accompagnate dalle numerose polemiche intorno all’effettiva prevedibilità del sisma da poco avvenuto. Tra dichiarazioni, smentite e notizie poco corrette si è creato un caos informativo che rischia di creare fraintendimenti e convinzioni errate in chi è meno esperto sul delicato argomento. Senza la presunzione di trovare una verità sulla vicenda, provo a fare un po’ di chiarezza con lo stile semplice e divulgativo che da sempre contraddistingue bloGalileo.

Rappresentazione grafica dell'interno della Terra (credit: Wikipedia)
Rappresentazione grafica dell'interno della Terra (credit: Wikipedia)

Per comprendere la diatriba sulla prevedibilità di un sisma occorre svolgere qualche passo indietro nei meccanismi che generalmente scatenano un terremoto. Apparentemente placido, il nostro Pianeta racchiude sotto la crosta terrestre un cuore a dir poco irrequieto, dove il materiale magmatico (rocce fuse dal calore, acqua e altri fluidi sottoposti ad alta pressione) si muove in continuazione dal basso verso l’alto, rendendo il mantello (la porzione del pianeta compresa tra la crosta terrestre e il nucleo) una sorta di enorme tapis-roulant in grado di far muovere le 14 enormi placche che giacciono sulla sua superficie. Queste placche, grandi anche come un intero continente, si scontrano e si allontanano tra loro in prossimità dei loro margini e determinando così buona parte della conformazione del nostro pianeta. La collisione tra la placca indiana e quella euroasiatica, per esempio, ha determinato la formazione della catena montuosa dell’Himalaya. Leggi tutto “Terremoti e radon, attenti alla pseudoscienza”