Maratona migratoria

Limosa lapponicaImmaginate di mettervi a correre e, come nella stralunata avventura di Forrest Gump, non fermarvi più per almeno una settimana. La limosa lapponica, un uccello acquatico appartenente alla famiglia dei gabbiani, ha recentemente sorpreso un gruppo di ricercatori compiendo una sorprendente migrazione dall’Alaska alla Nuova Zelanda in un unico interminabile viaggio.

La migrazione della Limosa Lapponica prevede un tragitto di 11.500 kmGrazie ad alcuni rilevatori satellitari posizionati su sedici esemplari di limosa lapponica, un team di ricercatori della Massey University (Nuova Zelanda) ha potuto tracciare la più lunga migrazione “non-stop” mai registrata nella storia.
I sistemi di posizionamento satellitare, applicati agli esemplari campione, hanno inoltre messo in evidenza la durissima rotta seguita da questi uccelli acquatici. A differenza di quanto si era da sempre immaginato, gli stormi di limosa lapponica non seguono le coste dell’Asia orientale per avere sempre a disposizione della terraferma. Prediligono, invece, una rotta diretta dall’Alaska alla Nuova Zelanda, attraversando praticamente in linea retta l’intero Oceano Pacifico.

Sono circa 70.000 gli esemplari di limosa lapponica che ogni anno affrontano il viaggio di andata tra la Nuova Zelanda e l’Alaska in marzo, e in direzione contraria in settembre.
Grazie ai venti favorevoli, uno degli uccelli acquatici dotato di rilevatore satellitare (E7), ha effettuato l’intero viaggio di 11.500 km in un’unica soluzione, volando ininterrottamente per nove lunghissimi giorni. “È qualcosa di incredibile” ha confidato Rob Schuckard, uno dei ricercatori, al National Geographic, aggiungendo: “Sarebbe come se un essere umano corresse per un’intera settimana a una media oraria di 70 chilometri all’ora!”.
La maratona di E7 si è svolta alla velocità media di 57 km orari a una quota compresa tra tremila e quattromila metri. Durante i nove giorni di volo questo esemplare ha perso oltre la metà dei grassi accumulati in Alaska, volando senza sosta anche nelle complesse fasi di “sonno” che coinvolgevano a turni le due metà del suo encefalo.

Limosa lapponicaNonostante la loro incredibile resistenza fisica, gli esemplari di limosa lapponica stanno rischiando una rapida estinzione. La popolazione di 150.000 individui censita nei primi anni Novanta, si è dimezzata nell’ultimo decennio portandosi – secondo le ultime rilevazioni – a 70.000 esemplari. Questo calo vertiginoso è principalmente dovuto all’intensificarsi delle attività umane nell’immensa area del Pacifico, l’habitat in cui questi simpatici uccelli acquatici vivono da sempre.
La limosa lapponica è da diversi anni al centro di numerosi studi, le sue capacità di orientamento e di metabolismo delle riserve energetiche e le sue tecniche di riposo “selettivo” dell’encefalo devono essere ancora indagate e approfondite. Dal loro studio potremmo capire qualcosa di più su un altro bipede privo di ali che non depone uova, l’uomo.

Morte di un pappagallo

alex.jpgÈ morto Alex, il pappagallo prodigio in grado di parlare e contare si è spento all’età di 31 anni. No, non è uno scherzo. Quello di oggi è un giorno molto triste per la ricercatrice Irene Pepperberg della Brandeis University (Massachussetts, USA), che per quasi trent’anni ha studiato le incredibili capacità del suo amico pennuto.

Irene Pepperberg aveva acquistato il suo Alex, un pappagallo grigio africano, più di trenta anni fa per una ricerca sulle capacità cognitive di questi simpatici volatili. Alex possedeva un vocabolario di oltre 100 parole che era in grado di utilizzare non solo per ripetere ciò che sentiva, ma anche per costruire frasi in maniera autonoma. In questi decenni la prof.ssa Pepperberg ha pubblicato numerosi studi scientifici non solo sulle doti verbali di Alex, ma anche sulle sue incredibili capacità matematiche e cognitive. Leggi tutto “Morte di un pappagallo”

Pinguino gigante

Pinguinogigante_3Grazie a film di successo, come Happy Feet, e alla crescente diffusione del software libero Linux, i pinguini sono diventati in questi ultimi anni delle vere e proprie star. Amati per il loro buffo aspetto e le simpatiche movenze, questi curiosi uccelli capaci di volare solo in acqua hanno conquistato milioni di fan in tutto il mondo. Eppure, la recente scoperta di un fossile in Perù ci dimostra come il pinguino non sia stato sempre il simpatico volatile in smoking intento a scorrazzare sul pack antartico.

Nei giorni scorsi in Perù, un’équipe di paleontologi ha riportato alla luce i resti dei primi antenati del pinguino, comparsi in quell’area 36 milioni di anni fa con fattezze a dir poco mostruose. Le misurazioni sul fossile lasciano ben poco spazio alla fantasia. Questo enorme uccello tropicale era alto 1,5 metri e pesava quanto una persona adulta. Dal petto largo e prominente si sviluppava il collo, largo e tozzo, su cui poggiava la testa relativamente piccola, ma dotata di un affilato e micidiale becco lungo 18 centimetri. Leggi tutto “Pinguino gigante”