Nonostante tutti gli sforzi profusi per ridurre al minimo gli sprechi, si stima che il 5% degli alimenti confezionati in bustine, bottigliette e tubi di plastica vengano gettati dai consumatori perché “imprigionati” nei loro contenitori.
L’impossibilità di ripulire a fondo le confezioni di alcuni cibi non comporta solamente uno spreco alimentare, ma costituisce anche un grave ostacolo per il riciclo dei materiali plastici con cui sono costruiti i contenitori.
La dottoressa Michaela Müller (Fraunhofer Institute for Interfacial Engineering and Biotechnology – Germania) è una esperta di polimeri, gli aggregati molecolari che danno origine alle macromolecole, e da anni si occupa di un innovativo progetto per creare nuovi materiali plastici per alimenti “refrattari” al cibo.
Per risolvere alla radice il problema, la dottoressa Müller ha elaborato un semplice processo per rivestire i contenitori dei cibi con un particolare strato antiaderente ottenuto grazie al plasma, un gas ionizzato costituito da elettroni e ioni con una carica globalmente neutra.
A differenza di quanto possa apparire, il procedimento ideato è incredibilmente semplice. Il contenitore da trattare viene inserito, con un elettrodo al suo interno e uno al suo esterno, in una piccola camera sottovuoto. Successivamente, un particolare gas polimerizzabile introdotto all’interno della camera sottovuoto viene esposto a una corrente elettrica. Questo procedimento attiva e rende incandescente il plasma, con un fenomeno del tutto analogo a quello osservabile nei comunissimi tubi a gas fluorescente, le famose “luci al neon”.
Grazie ai due elettrodi collocati all’esterno e all’interno, il plasma deposita un sottilissimo strato di un polimero all’interno del contenitore dello spessore di appena 20nanometri (un nanometro equivale a un milionesimo di millimetro).
La composizione del gas polimerizzabile utilizzato per il procedimento è gelosamente custodita dalla dottoressa Müller, che non intende ancora rivelarne i segreti. “Lo spessore di pochi nanometri consente al rivestimento di aderire perfettamente al contenitore senza lasciare residui o interagire minimamente con i cibi in esso contenuti” ha dichiarato entusiasta la ricercatrice.
Ciò che rende la scoperta della dottoressa Müller davvero interessante è la capacità del polimero di repellere numerosi alimenti. Il sottile strato del rivestimento è inoltre totalmente idrofobico, in grado cioè di respingere completamente le molecole d’acqua.
Nei prossimi due anni, la dottoressa Müller sarà impegnata nel difficile compito di elaborare polimeri specifici per differenti tipologie di alimenti, costituiti da percentuali molto diverse di acqua tra loro. La sua scoperta potrà essere applicata non solo alle bottiglie di ketchup o alle confezioni di maionese, ma anche ai cosmetici, ai prodotti chimici, agli oli dei motori e a qualsiasi altra sostanza che tende a rilasciare residui nel contenitore che la ospita.
I polimeri elaborati dalla dottoressa Müller e dai suoi collaboratori potrebbero far risparmiare centinaia di milioni di Euro ogni anno, riducendo al minimo gli sprechi e rendendo più semplici ed efficienti i processi di riciclaggio delle materie plastiche. Una buona notizia per tutti, anche per l’ambiente.