Il DNA dei Mammut

Mammut siberianoUn gruppo di genetisti è riuscito nella complessa impresa di mappare il DNA di dieci mammut siberiani, utilizzando semplicemente minuscoli campioni della loro pelliccia conservata nella tundra russa.
Risalente a circa 50.000 anni fa, il DNA dei mammut ha consentito la creazione del più antico genoma mai mappato dall’uomo.

Questo straordinario risultato dimostra l’inaspettata utilità del manto degli animali per mappare le sequenze di DNA. Nel 2005 con un analogo studio era stato possibile ricavare il genoma da un solo esemplare di Mammuthus primigenius. La recente mappatura di ben dieci mammut ha di colpo raddoppiato le informazioni a disposizione dei genetisti su queste creature che si estinsero migliaia di anni fa.

Alcuni peli del manto di un mammut siberianoGuidati da Tom Gilbert dell’University of Copenhagen – Centre for Ancient Genetics (Danimarca), i ricercatori hanno analizzato i campioni di pelliccia di dieci esemplari di mammut siberiani, ottenendo sequenze complete e perfettamente conservate del codice genetico di questi mastodonti.
Oltre alle grandi abilità tecniche, occorre ammettere che il team di ricerca guidato da Gilbert ha avuto molta fortuna. Non sempre la pelliccia è conservata così bene da poter essere utilizzata per la mappatura del DNA. Le condizioni estreme della tundra siberiana hanno rallentato considerevolmente il degradamento del patrimonio genetico dei mammut, grazie al clima freddo e all’aria molto secca.

Pubblicata sulla rivista scientifica Science2, la ricerca ha dimostrato come solo lo 0,24% del DNA presente nella pelliccia di mammut sia stato degradato dal tempo.
Secondo Webb Miller, un genetista che ha partecipato alla ricerca, la mappatura del genoma dei dieci mammut è un evento a dir poco straordinario: “Secondo i modelli statistici non avremmo dovuto trovare alcuna traccia di DNA. Si era da sempre pensato che dopo 50.000 anni, magari passati in condizioni estreme, il patrimonio genetico diventasse irrecuperabile. Ma ci sbagliavamo.”
La scoperta del team guidato da Tom Gilbert apre nuove e affascinanti prospettive per uno studio più accurato e completo dell’evoluzione di intere specie animali.

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