Protezione solare corallina

coralloUtilizzare una giusta protezione solare evita spiacevoli scottature e aiuta a tenere alla larga i pericolosi raggi ultravioletti (UV). Gli organismi che popolano le barriere coralline, esposti quotidianamente alla luce del sole riflessa dagli stessi coralli, non possono naturalmente utilizzare una crema solare, eppure non sembrano subire gli effetti dannosi dei raggi UV. Dunque, qual è il loro segreto?

Per rispondere a questa domanda, un gruppo di ricercatori guidato da Ruth Reef (University of Queensland, Australia) ha condotto una interessante indagine partendo da una evidenza scientifica ormai acclarata: gli esoscheletri dei coralli, costituiti dal carbonato di calcio, diventano fluorescenti se esposti alla luce ultravioletta, una condizione che sembra suggerire la capacità di assorbire i raggi UV.

I ricercatori hanno concentrato la loro attenzione su una attinia (Aiptasia pulchella), una stretta parente dei coralli con tessuti molto simili e in grado di vivere in simbiosi con alcune alghe. Il gruppo di ricerca ha così condotto un test in laboratorio collocando le attinie sull’esoscheletro del corallo o su una semplice struttura realizzata con del nastro isolante bianco da idraulico. A differenza di quest’ultimo, il corallo ha assorbito buona parte dei pericolosi raggi UV, emettendo una luce gialla fluorescente.

Stando ai risultati dello studio, da poco pubblicati sulla rivista scientifica PLoS ONE, le attinie hanno complessivamente ricevuto un quarto delle radiazioni UV ricevute dalle loro simili collocate sul nastro isolante. Il DNA degli esemplari collocati sull’esoscheletro del corallo si è inoltre rivelato molto meno danneggiato rispetto al codice genetico delle attinie sul nastro, con un rapporto stimato in uno a sette. I medesimi risultati sono stati ottenuti anche mascherando le asperità dei coralli, a dimostrazione della natura chimica del fenomeno e non di un semplice processo di deviazione dei raggi UV causato dalla superficie irregolare del corallo.

I test condotti da Reef e colleghi sembrano dunque confermare la capacità delle barriere coralline di assorbire i raggi UV. Tale condizione consente alle alghe unicellulari  che vivono in simbiosi con i coralli di sopravvivere e di garantire il nutrimento al loro ospite. Strategie analoghe per proteggersi dai raggi ultravioletti vengono anche adottate da alcuni esseri viventi sulla terraferma esposti per molte ore al giorno al sole. È il caso di alcune specie di scorpioni e di ragni in grado di diventare fluorescenti in presenza dei raggi UV. Secondo Reef e colleghi tale caratteristica dimostrerebbe come la capacità di creare uno “schermo solare” naturale si sia evoluta più di una volta tra le specie nel corso del tempo.