Un gruppo di astronomi è riuscito con ogni probabilità nella difficile operazione di identificare un esopianeta (un pianeta che non appartiene al nostro sistema solare, ma che orbita intorno a una stella) che potrebbe fornire numerosi dettagli sui primi stadi di formazione di un corpo celeste.
Nel corso degli ultimi dieci anni gli astronomi hanno identificato circa 270 pianeti intenti a compiere la loro orbita al di fuori del nostro sistema solare. Grazie all’utilizzo di sofisticati telescopi, hanno potuto anche tracciare centinaia di stelle nei loro primissimi stadi di vita sormontate da gas e polveri interstellari, ambienti ideali per la creazione di nuovi pianeti.
Partendo da queste conoscenze, un gruppo di ricercatori del Max Planck Institute for Astronomy di Heidelberg (Germania) ha da poco dichiarato di aver identificato un pianeta “appena nato” collocato in prossimità della stella TW Hydrae, a circa 180 anni luce (1.70289511 × 1015 km) dalla Terra. In quella zona i ricercatori hanno identificato un’area instabile, che potrebbe essere causata da una forza di gravità molto intensa causata da un corpo celeste ancora in formazione.
Una serie di successivi dati raccolti dal team di astrofisici suggerisce la presenza di un pianeta altamente massivo, circa dieci volte la massa di Giove, che compie un’orbita intorno alla propria stella ogni quattro giorni terrestri.
I risultati completamente inediti dello studio condotto al Max Planck Institute, recentemente pubblicati sulla rivista scientifica Nature, dimostrano la giovane età del pianeta appena scoperto che sarebbe nato appena dieci milioni di anni fa. L’attendibilità dei dati riportati dai ricercatori induce a rivedere numerose teorie sull’origine e la formazione dei pianeti, processo che potrebbe avvenire con molta più rapidità di quanto non fosse stato immaginato in precedenza. Cautela e prudenza sono però d’obbligo: secondo alcuni detrattori, il corpo celeste identificato dai ricercatori di Heidelberg potrebbe non essere un pianeta, ma una particolare stella altamente massiva.
Ulteriori ricerche potranno fugare gli ultimi dubbi sull’effettiva origine e natura del corpo celeste identificato. Se la recente scoperta si rivelasse un pianeta a tutti gli effetti, gli astronomi avrebbero a disposizione un ottimo “laboratorio” siderale per testare le teorie elaborate negli ultimi anni sulla formazione dei pianeti. Nessuna risposta definitiva, probabilmente, ma molti nuovi elementi su cui rivedere e affinare gli apparati teorici finora elaborati per comprendere uno dei più grandi enigmi del Cosmo. [Fonte principale: Nature]