L’ebook degli astronomi

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Amedeo Balbi, ricercatore universitario e autore del blog di divulgazione scientifica Keplero, offre agli appassionati di astronomia un ottimo regalo per le festività di quest’anno.

Dopo aver raccontato sul suo blog la vita di numerosi astronomi, Amedeo ha pensato bene di raccogliere le mini-biografie in un pratico libro in formato elettronico. L’ebook può essere scaricato liberamente a patto di osservare le immancabili regole previste dalla licenza Creative Commons.

Con uno stile divulgativo fresco e piacevole, l’autore del blog Keplero racconta le vicende e le curiosità che caratterizzarono le vite degli uomini di scienza e degli astronomi Tycho Brahe (Ticone), Keplero, Galileo Galilei, Isaac Newton, James Bradley, William Herschel, Henrietta Leavitt, Edwin Hubble, Georges Lemaître e Fred Hoyle. Un pratico prontuario che non è certo un punto di arrivo per conoscere la vita di questi grandi protagonisti dell’astronomia, ma semmai un ottimo punto di partenza per andare alla ricerca di maggior informazioni sulle storie umane alle spalle delle grandi scoperte che hanno sensibilmente mutato il nostro modo di confrontarci con la vola celeste.

Quando le stelle ingoiano i pianeti

pianeta stellaUn passaggio troppo vicino alla propria stella di riferimento può costare la vita ai pianeti. È questa in estrema sintesi la conclusione di una nuova ricerca, che aiuta a spiegare perché le stelle più antiche abbiano generalmente pochi pianeti in orbita nelle loro vicinanze.

In oltre 20 anni di caccia ai pianeti, gli astronomi hanno scoperto circa 347 corpi celesti in orbita intorno ad altre stelle. Un numero considerevole, che ha consentito di mettere in evidenza due differenti tendenze:

  1. Le stelle più antiche hanno raramente dei pianeti in orbita nelle loro vicinanze.
  2. A poca distanza dalle stelle giovani si muovono spesso pianeti con orbite molto più vicine di quella percorsa da Mercurio intorno al Sole.

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Tiro alla fune tra galassie

Le galassie sono solitamente estremamente distanti l’una dall’altra nell’universo, tuttavia capita che nelle profondità del cosmo alcune di esse collidano tra loro. Intercettare questi fenomeni non è semplice, ma nel corso degli anni il famoso telescopio spaziale Hubble è riuscito nell’impresa di immortalare numerose e spettacolari collisioni tra galassie.

Gli scontri tra due o più galassie non sono mai uguali tra loro e danno dunque vita a fenomeni molto differenti. Le variabili in campo sono molteplici, così ogni collisione costituisce uno spettacolo unico e irripetibile per gli astronomi.

"Tiro alla fune" tra galassie (credit: NASA, ESA, and R. Sharples - University of Durham)
"Tiro alla fune" tra galassie (credit: NASA, ESA, and R. Sharples - University of Durham)

L’immagine qui sopra rappresenta uno degli “incontri” più incredibili sinora catalogati da Hubble. La fotografia ritrae tre galassie intente in una sorta di tiro alla fune gravitazionale che potrebbe portare alla morte di una di loro. L’area di questo singolare scontro galattico si trova a circa 100 milioni di anni luce di distanza dalla Terra nella costellazione del Pesce Australe. Leggi tutto “Tiro alla fune tra galassie”

Un bagliore nella notte di Venere

Venere (credit: nasa.gov)
Venere (credit: nasa.gov)

La sonda spaziale Venus Express della ESA (Agenzia Spaziale Europea) ha recentemente rilevato un intenso bagliore nell’atmosfera del pianeta Venere. Questa luce, rilevabile nello spettro dell’infrarosso, sembra sia stata causata da alcune reazioni di ossido d’azoto, dimostrando ai ricercatori come l’atmosfera di questo pianeta (il più vicino alla Terra) sia caratterizzata da turbolenze e forti venti capricciosi, spesso del tutto imprevedibili.

Il particolare bagliore è stato registrato dal Visible and Infrared Thermal Imaging Spectrometer (VIRTIS), uno spettrometro installato su Venus Express e appositamente calibrato per vedere nell’infrarosso. L’evento è stato rilevato in due momenti distinti dalla sonda e costituisce la prima osservazione diretta di un fenomeno del genere, una scoperta che potrebbe contribuire ad affinare le nostre conoscenze sull’atmosfera del pianeta.

Secondo gli astrofisici, infatti, uno studio approfondito dei parametri del bagliore causato dall’ossido di azoto consentirà di ottenere nuovi dettagli sulla temperatura, la direzione dei venti e la composizione chimica dell’atmosfera di Venere. La particolare luce notturna rilevata da Venus Express è sostanzialmente causata dai raggi ultravioletti emessi dal Sole, che irradiando l’atmosfera comportano la rottura di numerose molecole che assumono strutture più semplici. Leggi tutto “Un bagliore nella notte di Venere”

Scoperto CoRoT-Exo-7b, un lontano cugino della Terra

Il passaggio di un pianeta causa una riduzione riscontrabile nell'emmisione di luce della stella (credit: CNES)
Il passaggio di un pianeta causa una riduzione riscontrabile nell'emmisione di luce della stella (credit: CNES)

Un nuovo pianeta al di fuori del nostro sistema solare si aggiunge agli elenchi degli astronomi. Un gruppo di astrofisici ha da poco comunicato la scoperta di un nuovo corpo celeste con un diametro doppio rispetto a quello terrestre, ma un clima decisamente ostile alla vita. CoRoT-Exo-7b, questo il nome del pianeta, è un luogo letteralmente infernale con vulcani continuamente in eruzione e temperature altissime o – si ipotizza – un oceano incandescente che lo ricopre interamente.

L’identificazione di CoRoT-Exo-7b non è solamente importante per la scoperta in sé, ma per le nuove possibilità che si aprono nelle tecniche utilizzate per l’identificazione di pianeti simili alla Terra magari in grado di ospitare primordiali forme di vita. Fino a oggi, gli astronomi hanno scoperto circa 330 pianeti in orbita intorno a stelle differenti dal nostro Sole, ma un numero estremamente limitato di essi ha una conformazione rocciosa come la Terra. La maggior parte degli esopianeti scoperti sono giganti gassosi, spesso versioni più grandi del colosso per antonomasia Giove.

Il basso numero di pianeti osservati con una conformazione simile a quella terrestre non è dovuta alla loro scarsità, ma semplicemente alle loro ridotte dimensioni che ne rendono difficoltosa l’identificazione nelle profondità del cosmo. Per questo motivo i giganti gassosi vengono scoperti con una frequenza molto maggiore. L’esopianeta da poco identificato costituisce dunque una rara eccezione, che potrebbe portare alla scoperta di nuovi pianeti rocciosi. Leggi tutto “Scoperto CoRoT-Exo-7b, un lontano cugino della Terra”

I 250 anni dell’Osservatorio di Torino

Pochi divulgatori riescono a raccontare l’affascinante storia della Scienza come Piero Bianucci. In un ottimo articolo, chiaro e divertente, il papà di Tuttoscienze (l’inserto scientifico del quotiano La Stampa) racconta la curiosa storia dell’Osservatorio di Torino, che quest’anno celebra il suo 250esimo anniversario.

Il 2009, Anno Internazionale dell’Astronomia proclamato dalle Nazioni Unite, è per Torino anche il 250° anno dalla nascita dell’Osservatorio astronomico della città. La nascita di questa istituzione risale infatti al 1759, quando Carlo Emanuele III decise di dotare l’Università di Torino di una piccola specola, che fu installata su una torretta di via Po, nel palazzo dove abitava Padre Beccaria, lo scienziato a cui il Savoia aveva affidato la misura del “Gradus Taurinensis”.

L’Osservatorio passò poi nel 1789 sui tetti dell’Accademia delle Scienze e nel 1822 , con la direzione di Giovanni Plana, a Palazzo Madama, dove rimase fino al 1912, quando Padre Giovanni Boccardi inaugurò la sede attuale sulla collina di Pino Torinese.

Una mostra di antichi strumenti dell’Osservatorio celebrerà il compimento dei due secoli e mezzo di questa istituzione scientifica torinese: si inaugurerà a Palazzo Lascaris il 1° ottobre e ci sta lavorando Ester Antonucci, attuale direttrice dell’Osservatorio, con il supporto dell’Inaf, della Regione Piemonte e altre istituzioni.

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