Mille bolle blu per raffreddare il clima

Riempire di bolle gli oceani per riflettere maggiormente i raggi solari e ridurre il surriscaldamento globale. L’idea è di Russel Seitz (Harvard University, USA) e potrebbe fornire nuovi spunti per lo studio delle migliori soluzioni per contrastare l’aumento delle temperature in alcune aree del Pianeta.

Le bolle che si formano naturalmente grazie ai moti ondosi rendono alcune aree dei mari meno scure e dunque riducono l’assorbimento dei raggi solari. Nonostante l’estensione di queste zone, il fenomeno contribuisce solamente per lo 0,1% alla capacità della Terra di riflettere la luce. Secondo Seitz, creando milioni di microbolle dal diametro di qualche centesimo di millimetro si potrebbe acuire sensibilmente il fenomeno, aumentando la capacità degli oceani di riflettere la luce solare. Leggi tutto “Mille bolle blu per raffreddare il clima”

Vaccinati al volo con le zanzare

C’è chi vorrebbe sconfiggere la malaria sterminando le zanzare, la prima via del contagio della patologia, tramite i raggi laser e chi pensa invece a trasformare questi fastidiosi insetti in una formidabile arma per diffondere più rapidamente i vaccini. L’idea è nata in un centro di ricerca giapponese e potrebbe funzionare, ma solleva numerosi problemi sul piano etico.

Per contrastare la malaria gli scienziati cercano da tempo il modo di sfruttare il DNA delle zanzare per disinnescare il meccanismo del contagio.  Alcuni hanno provato a modificare il codice genetico degli insetti per evitare il passaggio della malattia, mentre altri hanno escogitato alcuni sistemi per rendere sterili le zanzare ed evitare così la loro proliferazione, soluzione che potrebbe però compromettere sensibilmente alcuni ecosistemi. Leggi tutto “Vaccinati al volo con le zanzare”

Scanner per libri ingrana la quinta

Nel film Corto Circuito del 1986, il robot “Numero 5” diventa sensibile e intelligente grazie a una forte e casuale scarica elettrica e avvia una spasmodica ricerca di nuovi input. Numerosi dati vengono acquisiti dal robot sfogliando molto rapidamente le pagine di libri e riviste, una sorta di scanner ultraveloce in grado di leggere un intero tomo in pochi secondi. Il film è di fantascienza, ma la realtà potrebbe presto somigliare molto alla storia raccontata sul grande schermo.

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Un ricercatore di Tokio ha da poco realizzato un nuovo sistema per effettuare la scansione digitale dei libri in tempi rapidi. Un volume di 200 pagine può essere acquisito da un computer in meno di 60 secondi. La videocamera utilizzata per le scansioni lavora a 500 fotogrammi al secondo ed è in grado di leggere le pagine mentre vengono sfogliate.

Il sistema legge la pagina sia in maniera tradizionale, tramite un fascio di luce come i comuni scanner, sia attraverso una fonte laser utile per rilevare la posizione nelle tre dimensioni di ogni pagina, correggendo così le possibili deformazioni dovute alla curvatura dei fogli. Il dispositivo realizzato da Masatoshi Ishikawa (University of Tokyo, Giappone) è dunque simile alla soluzione adottata da Google per l’acquisizione dei volumi catalogati nel proprio servizio Books, ma secondo il ricercatore offre maggiori velocità di scansione e una qualità superiore delle riproduzioni digitali.

Lo scanner veloce di Ishikawa è al momento un prototipo e dovrà subire alcune modifiche per essere perfezionato. La strada seguita dall’intraprendente ricercatore giapponese sembra essere comunque molto promettente e potrebbe portare allo sviluppo di soluzioni tascabili, utili per acquisire digitalmente le pagine in mobilità. Una gioia per i topi di biblioteca del nuovo millennio.

Delitto imperfetto, colpa dei batteri

Nelle serie TV come CSI gli autori dei crimini vengono solitamente identificati grazie alle tracce lasciate sulla scena del delitto. Un’impronta parziale, un capello o alcune tracce di sangue conducono gli investigatori-scienziati verso i responsabili, che non mancano mai di dichiararsi rei confessi alla fine di ogni puntata. Naturalmente la realtà è più complessa di un telefilm, eppure i criminali potrebbero essere presto costretti a fare i conti non solo con il DNA o le impronte digitali, ma anche con i batteri.

Ogni organismo umano ospita diverse centinaia di differenti specie di batteri. Questi microorganismi svolgono spesso alcune importanti funzioni, come la regolazione della digestione, e si trovano sia all’interno che all’esterno dell’organismo. Ognuno di noi ha un mix particolare di batteri, una sorta di impronta batterica unica, che secondo alcuni ricercatori potrebbe essere utilizzata come prova per identificare gli autori dei crimini. Leggi tutto “Delitto imperfetto, colpa dei batteri”

Leggere il clima nelle conchiglie

Le conchiglie potrebbero rivelarsi un valido alleato per i ricercatori alle prese con il complesso e spinoso tema del cambiamento climatico. Gli isotopi di ossigeno presenti negli strati di carbonato di calcio che costituiscono le conchiglie possono, infatti, offrire uno sguardo sullo stato del clima nei tempi passati.

Fino a ora la paleoclimatologia aveva prodotto rilevazioni di massima, utili per creare una stima annuale sulle temperature, ma non era stata in grado di fornire dati maggiormente dettagliati per comprendere le dinamiche legate al clima in una data area geografica in un periodo di tempo circoscritto. Determinato a superare tali limiti, William Patterson (University of Saskatchewan, Canada) ha deciso di utilizzare le conchiglie per ottenere un maggior numero di informazioni sui cambiamenti climatici avvenuti in passato. Leggi tutto “Leggere il clima nelle conchiglie”

Sogliola d’imitazione

Simile alla sogliola, il Bothus lunatus popola numerose regioni occidentali dell’Oceano Atlantico e vanta un formidabile imitatore. Il polpo dei Caraibi, Macrotitopus defillipi, ha infatti evoluto la capacità di imitare le movenze sul fondale marino del Bothus per sfuggire ai predatori.

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Quando è immobile, il Macrotitopus riesce a mimetizzarsi con la sabbia grazie alla propria colorazione tenue grigio-verde. Muovendosi per procacciare il cibo, il piccolo animale marino diventa invece evidente, correndo così il rischio di diventare la preda di qualche altra famelica creatura che popola i fondali. Per risolvere il problema, gli esemplari di Macrotitopus hanno sviluppato una particolare capacità per mimetizzarsi anche in movimento. Leggi tutto “Sogliola d’imitazione”