Metano marziano: c’è dunque vita su Marte?

Marte, immortalato da Hubble
Marte, immortalato da Hubble

Dopo cinque anni di intense ricerche, la comunità scientifica sembra essere ormai concorde: su Marte sono state rilevate tracce di metano. Nel corso di una conferenza stampa nella sede principale della Nasa a Washington (USA), e in uno studio da poco pubblicato sulla rivista scientifica Science, i ricercatori hanno rivelato come da un approfondito studio delle osservazioni, delle analisi e delle controanalisi sia stato possibile identificare il metano in tre aree del pianeta rosso. Permangono però ancora dubbi sulla dinamica della sua formazione, che potrebbe essere differente da quella biologica che avviene sulla Terra.

Da circa cinque anni gli astrofisici ipotizzavano la presenza di gas metano su Marte, ma i dati fino ad ora raccolti non consentivano di confermare con certezza tale ipotesi. Le sonde inviate verso il pianeta, per esempio, non avevano rilevato tutte le tracce necessarie per stabilire con certezza la presenza del gas. Anche le osservazioni compiute dalla Terra non si erano rivelate sufficientemente precise a causa delle interferenze prodotte dall’atmosfera terrestre.

Affinando le osservazioni finora compiute e rimuovendo i disturbi causati dal nostro pianeta, i ricercatori della NASA sono infine riusciti a ottenere dati sufficientemente attendibili per confermare la presenza di metano su Marte. L’annuncio è stato dato da Michael Mumma, del Goddard Space Flight Center di Greenbel della NASA, che nel corso di una conferenza ha dichiarato di «aver eliminato tutto ciò che disturbava le rilevazioni compiute. Abbiamo eseguito molto lavoro che ci consente di avere risultati sufficientemente saldi». Leggi tutto “Metano marziano: c’è dunque vita su Marte?”

Lo Spazio è forse più dolce del previsto, anche per la vita

Area in cui è stata identificata la molecola di RNA
Area in cui è stata identificata la molecola di RNA

Un gruppo di astronomi è riuscito a identificare un componente dell’RNA, il vettore attraverso il quale il DNA copia e ricopia le basi azotate che lo compongono, all’interno di un’area altamente massiva legata alla formazione di nuove stelle nella Via Lattea. Stando alle prime informazioni, la molecola si sarebbe formata insieme a tutti gli altri componenti che generalmente contribuiscono alla creazione di un pianeta, suggerendo dunque la presenza di alcuni degli ingredienti fondamentali per la vita in altre aree del Cosmo.

La nuova importante scoperta, riferita sul numero di questa settimana di Astro-ph, apre nuove importanti domande sulla possibilità di trovare la vita in altre aree dell’Universo. Utilizzando i radiotelescopi dell’IRAM, un team di astrofisici europei ha scoperto la presenza di glicoaldeide-a, uno degli zuccheri semplici alla base dell’RNA, all’interno del nucleo di quello che potrebbe essere un disco gassoso denso di polveri di una stella in formazione nell’area G31.41+0.31 della Via Lattea a circa 26mila anni luce dalla Terra. Leggi tutto “Lo Spazio è forse più dolce del previsto, anche per la vita”

Fotografati per la prima volta quattro pianeti extrasolari

L'immagine ritrae due pianeti extrasolari ("b" e "c") per la prima volta senza alcuna simulazione grafica
L'immagine ritrae due pianeti extrasolari ("b" e "c") per la prima volta senza alcuna simulazione grafica

Per anni gli astronomi hanno ipotizzato la presenza di pianeti in orbita intorno ad altre stelle. Dopo oltre un decennio di ricerche, per la prima volta sono stati identificati visivamente alcuni pianeti extrasolari. La fondamentale scoperta è stata annunciata dalla rivista scientifica Science, che riporta due lavori di ricerca distinti che hanno portato alla luce le immagini di quattro pianeti in orbita intorno a due stelle. Un passo avanti estremamente importante per lo studio del cosmo, che potrebbe presto aprire la strada a nuove teorie sulla formazione dei pianeti al di fuori del nostro sistema solare.

Fino ad ora, infatti, la presenza degli esopianeti era stata evidenziata solamente da alcuni indizi indiretti come le forze gravitazionali o le oscillazioni nella luminosità delle stelle condizionate dai moti planetari. Nessuno era mai riuscito a “vedere” materialmente un pianeta extrasolare. Grazie all’implementazione delle ottiche di nuova generazione dei telescopi terrestri, in grado di compensare l’effetto di distorsione dell’atmosfera, un gruppo di astronomi guidati da Christian Marois (National Research Council dell’Herzberg Institute of Astrophysics – Canada) è riuscito a identificare tre oggetti nei pressi di una stella lontana 128 anni luce dalla Terra e denominata HR 8799. Un gruppo della University of California di Berkeley è invece riuscito a identificare un esopianeta a circa 25 anni luce dal nostro Pianeta. Leggi tutto “Fotografati per la prima volta quattro pianeti extrasolari”