Presto i LED giganti sostituiranno le lampadine?

LED bianco
LED bianco

L’introduzione e l’implementazione del light-emitting diode (LED) in grado di emettere luce bianca ha segnato l’inizio di una vera e propria rivoluzione per l’illuminazione degli ambienti. Questi minuscoli punti di luce sono economici, assicurano una lunga durata e richiedono quantità molto basse di energia per funzionare. Tali caratteristiche hanno fatto sì che nel corso degli anni i LED siano stati utilizzati per la segnaletica stradale e anche per i megaschermi pubblicitari, ma nonostante ciò i piccoli diodi in grado di emettere luce non si sono ancora diffusi all’intorno delle nostre abitazioni o degli uffici, dove l’illuminazione viene ancora affidata alle vecchie lampadine a incandescenza o fluorescenza.

Illuminare un ambiente con i LED non è del resto semplice: ogni punto di luce in grado di emettere luce bianca è generalmente grande pochi millimetri quadrati. Un light-emitting diode particolarmente luminoso arriva a produrre circa 80 lumen (l’unita di misura utilizzata per indicare i livelli di luminosità di una fonte di luce) a fronte dei 1.500 lumen prodotti da una lampadina a incandescenza da 100 watt. Circa 20 volte in meno. Leggi tutto “Presto i LED giganti sostituiranno le lampadine?”

Malattie polmonari in città: il killer silenzioso è l’ozono

Una molecola di ozono è formata da tre atomi di ossigeno
Una molecola di ozono è formata da tre atomi di ossigeno

Le alte concentrazioni di ozono nelle città particolarmente inquinate possono aumentare le probabilità di soffrire di patologie polmonari mortali. A rivelarlo è un gruppo di ricercatori, che per la prima volta hanno portato a termine uno studio nel lungo periodo sui fattori di rischio legati alla presenza dell’ozono.

Come è ben noto, l’ozono che si trova nella stratosfera contribuisce alla protezione della vita sulla Terra, evitando che le radiazioni nocive del Sole filtrino raggiungendo le specie viventi che popolano il pianeta. In prossimità del suolo, però, l’ozono non è altro che un pericoloso inquinante, formato generalmente dalla reazione dei gas di scarico con la luce solare. L’ozono può causare seri danni ai polmoni e avere effetti deleteri su chi soffre già di particolari patologie respiratorie come l’asma. Fino ad ora, però, gli studi erano stati svolti con rilevazioni in periodi temporali brevi, non sufficienti per approfondire con la dovuta accuratezza il rapporto tra la presenza di ozono e le malattie polmonari che possono condurre alla morte. Leggi tutto “Malattie polmonari in città: il killer silenzioso è l’ozono”

La morte per il fitoplancton arriva dall’alto

Plancton al microscopio
Plancton al microscopio

Le particelle ricche di nutrienti che si trovano nell’atmosfera sono una sorta di manna dal cielo per il fitoplancton, quell’insieme di minuscoli organismi vegetali alla base dell’alimentazione di migliaia di specie marine. Secondo una recente ricerca, però, alcune particelle presenti nell’atmosfera starebbero avvelenando il fitoplancton in numerose aree degli oceani, creando non pochi problemi ai delicati ecosistemi oceanici e alterando le quantità di gas serra assorbite annualmente dai minuscoli vegetali che lo compongono.

Le particelle trasportate tramite l’atmosfera sono di vario tipo e comprendono sia elementi naturali che derivati dall’attività umana e includono polveri ricche di minerali, sali e molecole organiche. Depositandosi sulla superficie dei mari e degli oceani, questi componenti forniscono buona parte delle sostanze nutrienti per il fitoplancton che galleggia negli strati superiori delle acque, mantenendo così in equilibro l’ecosistema marino. Ma sull’acqua si depositano anche elementi potenzialmente nocivi per i mari e responsabili di fenomeni pericolosi per gli ecosistemi come le piogge acide.

Per lungo tempo il problema era stato sostanzialmente ignorato, ma ora un gruppo di ricercatori ha approfondito le conoscenze sul tema giungendo a risultati inquietanti. L’oceanografa Adina Paytan (University of California, USA), insieme ad alcuni colleghi, ha svolto una serie di meticolose ricerche studiando gli effetti degli aerosol atmosferici (le particelle presenti nell’atmosfera) europei e africani su alcune colonie di fitoplancton del Mar Rosso. Il gruppo di ricerca ha dunque prelevato alcuni aerosol da diverse aree dell’Europa e dell’Africa e li ha poi uniti ad alcuni campioni di acqua marina proveniente dal Mar Rosso. Leggi tutto “La morte per il fitoplancton arriva dall’alto”

Con Kepler, parte la caccia ai pianeti simili alla Terra

Lancio della Kepler Space Mission da Cape Canaveral (credit: NASA)
Lancio della Kepler Space Mission da Cape Canaveral (credit: NASA)

Pochi giorni fa, il 7 marzo, la Missione Kepler della NASA a portato a compimento il suo primo obiettivo, lanciando in orbita il telescopio Kepler attraverso un lanciatore United Launch Alliance Delta II. Il nuovo satellite artificiale è stato concepito per ricercare al di fuori del nostro sistema solare pianeti simi alla Terra.

Nel corso dei prossimi tre anni e mezzo, questa la durata della missione (salvo estensioni della stessa), Kepler sarà in grado di fornire informazioni agli astronomi, rilevando la presenza di corpi celesti simili al nostro Pianeta all’interno della Via Lattea. Dopo il lancio, il satellite ha dato i primi segni di vita al momento della separazione dal terzo stadio del missile lanciatore che lo ha portato in orbita intorno al Sole. D’ora in poi Kepler dovrà cavarsela da solo, producendo autonomamente l’energia di cui avrà bisogno tramite i suoi pannelli fotovoltaici. Leggi tutto “Con Kepler, parte la caccia ai pianeti simili alla Terra”

Come si fa il dentifricio?

dentifricioFino a circa metà Ottocento, potersi lavare i denti con prodotti sufficientemente adeguati costituiva un piccolo privilegio, accessibile a poche persone abbienti. Si utilizzavano generalmente delle particolari polveri dentifricie, costituite da corallo, ossi di seppia, gusci d’uovo o porcellana, il tutto macinato finemente. La polvere poteva essere tinta di rosso con la cocciniglia, una sostanza colorante estratta da una specie di insetto che porta il medesimo nome.

Le paste dentifricie di oggi – bianche, colorate o a strisce – contengono generalmente una decina di ingredienti. Alcuni svolgono una funzione di pulizia o di protezione dei denti, mentre altre sostanze vengono utilizzate per conferire alla pasta un sapore gradevole o la giusta consistenza per uscire omogeneamente dal tubetto/dispenser. L’ingrediente principale della parte bianca della pasta è il calcare (carbonato di calcio), finemente polverizzato, o un altro minerale come l’ossido di alluminio. Si tratta di polveri lievemente abrasive in grado di eliminare la pellicola opacizzante depositata sui denti dal cibo e dalle bevande, contenente sostanze in decomposizione che causano la formazione della placca dentaria. Come sbiancante, a volte, si usa l’ossido di titanio. Leggi tutto “Come si fa il dentifricio?”

Foresta Amazzonica trasformata in sorgente di CO2 dalla siccità

La foresta Amazzonica è una risorsa fondamentale per ripulire l'aria dai gas serra e diminuire l'impatto del surriscaldamento globaleLe cattive notizie provenienti dalla Foresta Amazzonica sembrano purtroppo non mancare mai. Un gruppo di ricercatori, impegnati in uno studio pluriennale per monitorare la salute della famosa foresta pluviale, è giunto a una scoperta sorprendente e a tratti inquietante. La grave siccità registrata nella zona nel 2005 non ha solo ristretto la capacità della Foresta Amazzonica di assorbire l’anidride carbonica dall’atmosfera, ma ha anche determinato la morte di così tanti alberi da rendere negativo il bilancio nelle emissioni di alcune sue aree, che dunque emettono ora più CO2 di quanto siano in grado di assorbirne.

I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista scientifica Science e lanciano nuove ombre sulla capacità delle foreste pluviali di essere costantemente degli spazzini dell’aria. Durante la loro crescita, le foreste pluviali possono generalmente assorbire quantità considerevoli di anidride carbonica dall’atmosfera, arrivando a prelevare anche 1,8 miliardi di tonnellate del pericoloso gas all’anno, circa un quinto di tutte le emissioni derivanti dai combustibili fossili.  Se però gli alberi non sono in salute, il loro utilizzo di CO2 diminuisce e di molto, trasformando in alcuni casi le foreste stesse in produttori di gas serra. Leggi tutto “Foresta Amazzonica trasformata in sorgente di CO2 dalla siccità”