L’Universo «è scritto in lingua matematica, e i caratteri son triangoli, cerchi, ed altre figure geometriche, senza i quali mezzi è impossibile a intenderne umanamente parola; senza questi è un aggirarsi vanamente per un oscuro laberinto.»
Così scriveva Galileo Galilei nel 1623 ne Il Saggiatore, consegnando all’umanità intera una delle più semplici e suggestive definizioni di ciò che da sempre ci sovrasta nella sua infinita grandezza: l’Universo.
Per rendere le sue conoscenze accessibili e maggiormente fruibili, il grande fisico padovano aveva scelto di comporre i propri trattati nella vulgata italiana, molto più conosciuta del latino dai tanti amatori delle scienze, formatisi autonomamente al di fuori della ristretta cerchia costituita dalle blasonate università italiane.
Proprio come allora, oggi la Scienza ha bisogno di un linguaggio semplice e immediato per essere divulgata. Come un provetto meccanico, la Scienza ha progressivamente posto nei secoli le basi per rendere la propria automobile sempre più veloce.
Le incredibili innovazioni tecnologiche del nostro tempo e l’avvento dell’era digitale, possibili proprio grazie ai progressi scientifici, hanno fatto della Scienza una fuoriserie iperveloce e apparentemente inarrestabile difficile da intercettare e seguire.
Oggi bloGalileo si lancia all’inseguimento nel tentativo di fermare alcuni fotogrammi di quella forsennata corsa che è la ricerca scientifica. Evitando astrazioni e parole difficili, questo blog cercherà di raccontare con parole semplici e comprensibili “la Scienza che orbita intorno”, guidandoci nell’intricato e “oscuro laberinto” di ciò che ci circonda e che ancora non abbiamo imparato a conoscere.
Benvenuti! 😉