– Base Terra chiama Mission to Mars. Che cosa avete per cena?
– Bachi da seta, Houston.
Un dialogo del genere potrebbe un giorno diffondersi realmente nello Spazio, almeno secondo un gruppo di ricercatori cinesi. Il baco da seta potrebbe infatti rivelarsi un’ottima risorsa per offrire pasti energetici agli astronauti impegnati nelle lunghe missioni spaziali.
Coprire le enormi distanze che separano la Terra da Marte (tra 100 e 56 milioni di Km a seconda del periodo) comporta lo studio di nuove soluzioni per la sopravvivenza degli astronauti nel corso del loro viaggio. Da tempo si ipotizza la creazione di piccoli ecosistemi a bordo delle navicelle spaziali per offrire ossigeno e cibo senza un grande dispendio di energia. Nel corso degli anni, per gli astronauti si sono ipotizzati menù a base di pollame, pesce o addirittura di larve di ricci di mare. Tutti questi esseri viventi hanno dimostrato di comportare non pochi effetti collaterali: il pollame richiede molto cibo e spazio, generalmente poco disponibili sulle navi spaziali, e produce numerose scorie; i pesci e i ricci di mare sono invece estremamente sensibili alle condizioni dell’acqua in cui vivono e un minimo sbalzo potrebbe portarli a morire rapidamente, lasciando così senza risorse per sopravvivere gli astronauti.
Il ricercatore Hong Liu della Università di Beihang (Pechino, Cina) ha così lanciato la sua singolare proposta: portare in orbita un ecosistema per i bachi da seta. Questo genere di insetti cresce rapidamente, richiede spazi ridotti e poca acqua, e infine genera poche scorie che potrebbero essere utilizzate per fertilizzare le stesse piante dalle quali traggono il nutrimento. Inoltre, le larve del baco da seta sono estremamente ricche di proteine, con un apporto di aminoacidi doppio rispetto a quello della carne di maiale e quattro volte maggiore rispetto a latte e uova.
Inoltre, ha spiegato Hong Liu, anche la sostanza setosa prodotta dai bachi potrebbe essere resa commestibile attraverso un semplice processo chimico. Addizionata a zucchero e concentrati di frutta, potrebbe rivelarsi un ottimo gelificante per creare marmellate molto concentrate e nutrienti.
Stando ai calcoli di Hong Liu e del suo team, per avere un giusto apporto proteico ogni astronauta dovrebbe ingerire ogni giorno l’equivalente di circa 170 bachi da seta. Un numero relativamente alto, ma molto più accettabile rispetto a un allevamento spaziale di polli per raggiungere i medesimi livelli di proteine. La proposta del ricercatore può apparire come una provocazione, specialmente in Occidente dove il consumo di insetti come alimento non è particolarmente diffuso, ma potrebbe far compiere un notevole passo avanti nello studio delle soluzioni per rendere sostenibili le lunghe missioni spaziali.
La nuova via della seta potrebbe portarci su Marte.