Come funzionano i detersivi? E come agiscono sullo sporco?

Il segreto della maggior parte dei detersivi consiste in una sostanza chimica in grado di rendere l’acqua “più bagnata”. A differenza di quanto si possa immaginare, l’acqua non è un liquido che bagna in maniera molto efficiente, ossia non si disperde in misura abbastanza capillare sulle cose. Ciò è dovuto alla tensione superficiale, una particolare proprietà che mantiene le molecole d’acqua estremamente coese tra di loro. La tensione superficiale crea una sorta di pellicola intorno all’acqua, rendendola ad esempio un’ottima portaerei per numerosi insetti volanti che vi possono camminare sopra senza bagnare le proprie ali e sprofondare.

L’aggiunta di detersivo indebolisce le forze intramolecolari e riduce la tensione superficiale, rendendo l’acqua “più liquida” e in grado di bagnare meglio gli oggetti. Durante il lavaggio, l’acqua miscelata al detersivo penetra con maggiore facilità nelle fibre dei tessuti e aiuta a eliminare più efficacemente le tracce di sporcizia e di grasso.

Uno dei principi attivi più diffusi nei detersivi, non a base di sapone, è un derivato del petrolio: l’alchilbenzene. Possiamo immaginare le molecole del detersivo come dei piccoli girini, dotati quindi di testa e coda. La testa viene attratta dalle molecole d’acqua (è cioè idrofila), queste sono infatti caricate positivamente mentre il capo dei “girini” possiede una carica negativa. La coda, invece, ha la medesima carica dell’acqua ed è quindi respinta (è idrofoba). Leggi tutto “Come funzionano i detersivi? E come agiscono sullo sporco?”

Battesimo del volo per Terrafugia Transition, l’auto volante

Nonostante sia ancora lontano il giorno in cui potremo volare da casa al lavoro con un’auto degna dei Pronipoti, tecnici e progettisti continuano a sperimentare nuove soluzioni per l’automobile volante del futuro.

Tra i prototipi più promettenti spicca in queste settimane il Terrafugia Transition, un curioso trabiccolo in grado di volare, ma anche di viaggiare al suolo come una comune automobile. Il nuovo veicolo ha da poco completato con successo una prima fase di test, dimostrando una notevole stabilità nelle fasi di volo e naturalmente di decollo e atterraggio.

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Quando i delfini deviano i loro click

delfinoI delfini, e i loro simili che utilizzano le onde sonore per comunicare e orientarsi in acqua, sono in grado di deviare le emissioni dei loro sonar unendo due suoni insieme. A rivelarlo è un gruppo di ricerca, che ha recentemente approfondito le tecniche di comunicazione e navigazione di alcuni membri della famiglia dei delfinidi.

I ricercatori sanno ormai da tempo che gli odontoceti – il sottordine dei cetacei che comprende delfini, capodogli e orche – utilizzano il loro sonar come navigatore e valido sistema di orientamento durante la caccia. Attraverso un sistema che ricorda quello dei pipistrelli, questi animali emettono alcuni suoni ad alta frequenza (i click) le cui onde vengono rimbalzate dagli oggetti che incontrano lungo il loro cammino consentendo agli odontoceti di rilevare ostacoli o prede davanti a loro. Fino a ora, i biologi credevano che i click potessero essere inviati solamente nella direzione in cui era orientata la testa dell’animale, come avviene con i fari delle automobili.

Nel 2008, però, un gruppo di ricerca guidato da Patrick Moore (Space and Naval Warfare Systems Command della marina statunitense) scoprì come alcune specie di delfini fossero in grado di lanciare i loro click sia a destra che a sinistra con una inclinazione massima di 20 gradi rispetto alla posizione del loro muso senza muovere la testa. Una scoperta molto importante, anche se Moore non fu in grado di spiegare come facessero questi animali a direzionare i loro suoni ad alta frequenza. Leggi tutto “Quando i delfini deviano i loro click”

Hubble immortala NGC 4921, la galassia anemica

L’Ammasso della Chioma è un insieme di galassie nell’area settentrionale della costellazione Chioma di Berenice. L’Ammasso dista circa 320 milioni di anni luce dalla Terra ed è costituito da più di 1000 grandi galassie. Una delle più luminose, NGC 4921, è stata recentemente ritratta dal telescopio spaziale Hubble ed analizzata dagli esperti della NASA.

In genere, le galassie che si trovano in ammassi particolarmente densi conducono una vita molto movimentata, fondendosi tra di loro e trasformandosi da galassie spirali a galassie ellittiche, fenomeno che favorisce la formazione di nuove stelle. Da ciò ne deriva che nell’Ammasso della Chioma le galassie ellittiche superano di gran lunga quelle a spirale rispetto ad altre aree note del Cosmo.

La galassia NGC 4921 (credit: NASA, ESA e K. Cook)
La galassia NGC 4921 (credit: NASA, ESA e K. Cook)

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Il Sistema solare è mancino, forse

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Aminoacidi orientati verso destra e verso sinistra (credit: NASA.gov)

Il nostro sistema solare sembra preferire i mancini, almeno tra gli aminoacidi. A rivelarlo sono due ricercatori della NASA, che hanno da poco svolto un interessante studio sugli aminoacidi ritrovati in alcuni meteoriti con una età superiore a quella del nostro Pianeta.

Da oltre un secolo, gli scienziati sanno bene che gli aminoacidi – i mattoncini che assemblati danno origine alle proteine – possono presentarsi in due specifiche variabili: orientati verso destra (destrorsi) o verso sinistra (sinistrorsi). Per comprendere se gli aminoacidi siano “mancini” o meno occorre osservare come si lega uno degli atomi di idrogeno alla loro struttura chimica. Banalizzando molto, possiamo equiparare l’atomo di idrogeno al pollice, mentre l’intero aminoacido alla mano: a seconda di dove si trova l’idrogeno è possibile stabilire l’orientamento dell’aminoacido. Per ragioni ancora non chiare, tutti gli organismi viventi che popolano la Terra contengono unicamente aminoacidi mancini. Leggi tutto “Il Sistema solare è mancino, forse”

Perché i ragni non rimangono intrappolati nelle loro ragnatele?

La costruzione di una ragnatela è un impegno molto gravoso per un ragno che, come un provetto artista, impiega interminabili ore per terminare e perfezionare la propria opera d’arte. Ma come fa un ragno a muoversi sulla appiccicosa trappola che ha creato senza rimanere imprigionato?

Impattando contro le ragnatele, gli insetti rimangono intrappolati, invischiati nei filamenti setosi che costituiscono la tela. Per raggiungere le prede, il ragno esce dal proprio nascondiglio e pattina letteralmente sulla ragnatela, senza rimanerne imprigionato. Questo fenomeno è reso possibile grazie alla conformazione delle zampe dei ragni, dotate sulla loro sommità di particolari setole microscopiche ed estremamente dure. Questi minuscoli “pettini” consentono al ragno di muoversi sulla seta senza rimanerne invischiato. Leggi tutto “Perché i ragni non rimangono intrappolati nelle loro ragnatele?”