Quando gli Appalachi gelarono il mondo

La formazione  della catena montuosa degli Appalachi causò una glaciazione così intensa da portare all’estinzione i due terzi delle specie che popolavano la Terra. Secondo un gruppo di ricercatori, infatti, le montagne assorbirono buona parte dei gas serra congelando così il nostro pianeta.

credit: nacis.org
credit: nacis.org

La catena degli Appalachi si estende per oltre 1500 chilometri nel Nord America tra lo Stato della Georgia e il Maine. Circa 460 milioni di anni fa, questa ampia zona fu l’epicentro di una delle più violente attività vulcaniche nella storia della Terra. Il lembo orientale di quella che col tempo sarebbe diventata la placca nordamericana scavalcò il bacino di un antico oceano, dando così vita a una serie di vulcani nella zona compresa tra lo Stato di New York e il New England. Quei vulcani produssero ingenti quantità di lava che progressivamente diedero vita a una vera e propria catena montuosa paragonabile alle Alpi. Leggi tutto “Quando gli Appalachi gelarono il mondo”

140 milioni di anni per la ragnatela più antica

Erano alla ricerca di alcuni fossili di dinosauro, ma si sono imbattuti nella più antica ragnatela finora conosciuta. Conservata in alcuni frammenti di ambra, la resina degli alberi fossilizzata, l’opera di un ragno realizzata nel Cretaceo (tra 140 e 65 milioni di anni fa) era stata scoperta lo scorso dicembre da Jamie e Jonathan Hiscocks, due cercatori amatoriali di fossili , su una spiaggia dalle parti di Bexhill-on-Sea nel sud dell’Inghilterra. L’importante ritrovamento è alla base di una recente ricerca scientifica.

Tracce della ragnatela intrappolata nell'ambra (credit: Martin Brasier - Oxford University)
Tracce della ragnatela intrappolata nell'ambra (credit: Martin Brasier - Oxford University)

L’ambra è stata analizzata dai ricercatori della University of Oxford, che hanno potuto osservare alcune porzioni di una ragnatela della lunghezza di un millimetro unite tra loro nella inconfondibile struttura realizzata dai ragni tessitori. Ulteriori indagini hanno consentito di rilevare la presenza di alcune parti di insetti, materia vegetale, corteccia, linfa abrustolita e taluni microbi. I ricercatori hanno inoltre trovato alcune tracce di attinomiceti (Actinobacteria), batteri coinvolti nella formazione del suolo, che potrebbero ora fornire nuove informazioni sull’evoluzione degli strati più superficiali del terreno. Leggi tutto “140 milioni di anni per la ragnatela più antica”

Corto magnetico

L’affascinante cortometraggio Magnetic Movie ha conquistato uno dei premi dell’Immagine Science Film Festival 2009. Un riconoscimento meritato per un film che ci mostra ciò che solitamente è precluso alla nostra vista.

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Il breve filmato illustra la natura caotica e in continua mutazione dei campi magnetici. Le immagini sono state girate nei pressi degli Space Sciences Laboratories della NASA (UC Berkeley) e sono accompagnate dalle voci di alcuni ricercatori, intenti a illustrare il frutto delle loro scoperte legate principalmente allo studio del Sole.

Nei laboratori, gli scienziati riproducono in scala e studiano i devastanti eventi che si verificano sulla nostra stella, dagli effetti della fotosfera ai potenti venti solari, che reagiscono con il campo magnetico terrestre creando le aurore ai poli.

Gli autori del corto hanno combinato le conoscenze scientifiche con alcuni particolari effetti sonori e visivi molto coinvolgenti e in grado di riprodurre fedelmente le dinamiche dei campi magnetici e di renderle visibili. Un piccolo capolavoro anche di divulgazione, che nel corso degli ultimi anni ha calamitato – è il caso di dirlo – una considerevole mole di premi.

Lo Scrigno di Gioie del cosmo

Gli ammassi stellari offrono nel cielo notturno uno spettacolo di rara bellezza e sono spesso visibili anche a occhio nudo senza la necessità di dover osservare la volta celeste attraverso un telescopio. Tra i più noti e osservati ammassi stellari spicca sicuramente lo Scrigno di Gioie nella Costellazione del Sud.

NGC 4755 visto dall'Hubble Space Telescope (credit: ESA/Nasa)
NGC 4755 visto dall'Hubble Space Telescope (credit: NASA/ESA and Jesús Maíz Apellániz)

Noto agli astrofisici con il meno poetico, ma più pratico, codice NGC 4755, l’oggetto è un ammasso aperto poiché contiene un numero relativamente limitato di stelle: alcune migliaia di stelle blandamente legate tra loro dalle forze gravitazionali. Questi corpi celesti hanno età e composizione molto simile poiché si formarono da un’unica nube molecolare gigante e sono dunque un’ottima risorsa per studiare i processi che portano all’evoluzione delle stelle. Leggi tutto “Lo Scrigno di Gioie del cosmo”

Ecco come ci trovano le zanzare

Le zanzare non sono attratte solamente dall’anidride carbonica prodotta con la respirazione. A dimostrarlo sono i risultati di una recente ricerca, che hanno consentito di identificare un particolare odore prodotto naturalmente dagli esseri umani e da numerose specie di volatili in grado di attirare il genere Culex, l’insieme più noto di zanzare ematofaghe alla base dei contagi di numerose malattie e del virus del Nilo occidentale (WNV).

Culex quinquefasciatus (credit: entomology.ucdavis.edu)
Culex quinquefasciatus (credit: entomology.ucdavis.edu)

L’entomologo Walter Leal insieme al ricercatore Zain Syed (University of California, Davis) ha scoperto che il nonanale è il potente agente semiochimico che attira le zanzare, indirizzandole verso le loro prede e un pasto sicuro a base di sangue. Come suggerisce il nome, con il termine “semiochimico” si è soliti indicare una sostanza chimica in grado di trasportare un messaggio (“semeion” in greco significa segno). Leggi tutto “Ecco come ci trovano le zanzare”

Nephila komaci e le disparità di genere

Ogni anno si scoprono tra le 400 e le 500 nuove specie di ragno. Questo particolare ordine di aracnidi è molto affollato, basti pensare che le specie finora conosciute superano quota 41mila, e fornisce spesso nuove interessanti scoperte.

credit: Plos ONE
credit: Plos ONE

Un gruppo di ricercatori ha da poco confermato di aver identificato una nuova specie appartenente alla famiglia di ragni Nephilidae, noti per essere in grado di creare ragnatele estremamente ampie con un diametro che può raggiungere il metro di ampiezza. La nuova specie, identificata per la prima volta nel 2000 in una collezione e nel 2007 “sul campo”, è stata battezzata Nephila komaci e vive principalmente in Sudafrica e in Madagascar. Leggi tutto “Nephila komaci e le disparità di genere”