Un team internazionale di ricercatori ha svolto una recente analisi per verificare con quanta rapidità l’atmosfera terrestre sia in grado di assorbire l’anidride carbonica (CO2), il gas serra più diffuso in termini di volume – e le notizie non sono per niente buone.
La costante crescita delle economie mondiali emergenti sta causando un considerevole e inatteso aumento di CO2 nell’aria, ben oltre le previsioni maggiormente pessimistiche formulate negli ultimi anni.
Il clima globale terrestre si è surriscaldato nello scorso secolo, particolarmente nel corso degli ultimi 40 anni. Secondo il team di ricerca internazionale le responsabilità maggiori sarebbero da ricondurre all’attività umana, che negli ultimi decenni ha aumentato considerevolmente i livelli di CO2, ma anche di metano e altri fluorocarburi. Secondo l’Intergovernmental Panel on Climate Change delle Nazioni Unite, le attività dell’uomo sarebbero la causa principale dell’attuale surriscaldamento globale.
Nel corso degli ultimi cinquanta anni, gli scienziati hanno monitorato con particolare attenzione i cambiamenti nell’atmosfera e sono stati in grado di realizzare complessi modelli matematici e computerizzati, utili per creare proiezioni su ciò che potrebbe accadere al pianeta con i correnti livelli di emissione di CO2. I dati raccolti negli ultimi anni hanno letteralmente shockato i ricercatori. Ciò che sta accadendo in questi ultimi anni nel mondo reale sta superando di gran lunga i modelli matematici maggiormente pessimistici.
Le sconcertanti conclusioni del team internazionale, composto da dieci ricercatori, sono state pubblicate sulla prestigiosa rivista Proceedings of the National Academy of Sciences.
La concentrazione nell’atmosfera di particelle legate al carbone aumenta di circa 1,93 parti per milione all’anno, con un trend di crescita mai registrato prima da quando, nel 1959, gli scienziati iniziarono a registrare le emissioni di CO2 nell’atmosfera. Negli anni ’80 il livello medio era pari a 1,58 parti per milione, negli anni ’90 era invece di 1,49 parti per milione.
“Le proiezioni sull’utilizzo energetico e le emissioni di CO2 degli scorsi anni non potevano certe tener conto della rapida crescita dell’economia di quest’ultimo decennio” ha dichiarato il prof. Gregg Marland, coautore della ricerca e ricercatore all’Oak Ridge National Laboratory (Tennessee – USA). “Nei prossimi anni il trend di crescita andrà monitorato con estrema precisione, così da poterne determinare future evoluzioni”.
Gli autori della ricerca invitano a non sottovalutare ancora una volta questi impressionanti dati. Non possiamo permetterci di temporeggiare ancora a lungo, la rimozione freudiana del problema non ha portato a nulla di buono finora… e potrebbe ormai essere troppo tardi.