In questi ultimi anni l’anidride carbonica non gode di un’ottima reputazione. Additate come la causa principale del surriscaldamento globale, le molecole di CO2 potrebbero essere anche responsabili nell’innescare violente crisi di panico nei soggetti maggiormente sensibili all’anidride carbonica, almeno secondo un innovativo studio pubblicato questa settimana su PloS One.
La capacità della CO2 di innescare crisi di panico nei soggetti affetti da crisi d’ansia era già nota da tempo. Alcuni psichiatri avevano teorizzato che la reazione di panico seguente all’inalazione di anidride carbonica fosse legata a un meccanismo inconscio del nostro cervello contro un gas potenzialmente letale. La “teoria del falso allarme da soffocamento” ipotizzava l’esistenza nel nostro cervello di un sensore deputato a rilevare la CO2 che, per cause sconosciute, era maggiormente sviluppato e sensibile in alcune persone a tal punto da indurre falsi allarmi.
Partendo da questa ipotesi, lo psichiatra Eric Griez della University of Maastricht (Paesi Bassi) ha messo a punto un test per valutare con precisione la teoria del falso allarme da soffocamento, effettuando il test su persone sane mai state soggette a crisi di panico e dotate quindi di un “sensore da CO2” non ipersensibile.
Con il suo team di ricercatori, Griez ha fatto inalare a 64 volontari quattro diverse miscele di aria compressa contenente il 9%, 17.5%, 35% o lo 0% di anidride carbonica. Dopo aver inalato ogni miscela, i volontari erano invitati a indicare la loro percezione di paura e disagio in una scala da uno a cento, nonché a indicare quali dei 13 più comuni sintomi da crisi di panico avvertissero.
All’aumentare della dose di CO2, Griez ha registrato un progressivo aumento di paura e disagio nei volontari. “Lo stato di panico sembra proprio essere una condizione ansiogena che comporta un allarme da soffocamento” ha dichiarato lo psichiatra nella sua ricerca. Oltre ai sintomi di disagio e paura, i volontari hanno anche sofferto di una progressiva perdita di contatto con la realtà, descrivendo la loro esperienza come “spaventosa, imprevista e in alcuni casi terrificante”.
Secondo Griez questi risultati dimostrano quanto le sensazioni emotive di ogni individuo siano legate alla salute fisica: “Il panico, che è la forma più parossistica di ansietà, è un vero e proprio urlo soffocato per la vita”.
I risultati di questa innovativa ricerca potranno aiutare i ricercatori nello studio più accurato degli stati di panico, fornendo un nuovo strumento per attivare le crisi di ansia anche in laboratorio.
Anche se il legame diretto tra crisi di panico e reazione alla CO2 va ancora approfondito, secondo Griez gli elementi emersi dal suo lavoro potranno aiutare la ricerca di nuovi farmaci per curare l’enfisema e l’asma. I pazienti che soffrono di queste patologie, infatti, non sono sempre in grado di assumere sufficiente ossigeno attraverso la respirazione. Ciò comporta un aumento di anidride carbonica nel loro organismo che, rilevata dal “sensore di CO2” posto nel cervello, innesca violente crisi di panico legate al timore del soffocamento.
E’ bello notare di come siamo capaci di condizionarci la giornata con il nostro modo di pensare. Se cambiamo, anche soltanto un poco, il nostro modo di vedere le cose, i risultati si vedranno già dal giorno dopo!