I biocarburanti funzionano molto bene, ma non nei serbatoi delle automobili. Un recente studio ha infatti dimostrato come l’etanolo ricavato dal mais e altre piante possa contribuire a ridurre efficacemente le emissioni di gas nocivi per l’ambiente solo se utilizzato per produrre energia con la quale ricaricare le automobili elettriche, e non come carburante per i motori a scoppio.
Da alcuni anni a questa parte, i biocarburanti sono considerati una delle alternative possibili ai più inquinanti combustibili derivati dal petrolio. La quantità di anidride carbonica prodotta dai carburanti di origine vegetale è infatti sostanzialmente uguale all’ammontare di CO2 riassorbita dalla piantagione utilizzata per la produzione dello stesso biocarburante. Fino a ora non era però chiaro se fosse meglio convertire il mais in etanolo per utilizzarlo poi nei tradizionali motori a scoppio o se fosse consigliabile utilizzarlo per produrre energia elettrica utile per ricaricare i mezzi di locomozione a batterie.
Determinato a fare chiarezza, il ricercatore Elliot Campbell (University of California – USA) e i suoi colleghi hanno dato vita a un lungo studio sul bioetanolo e sulle soluzioni per produrre energia elettrica da fonti biologiche. L’analisi ha tenuto conto non solo della quantità di energia prodotta da ogni tecnologia, ma anche la quantità di energia richiesta per produrre il biocarburante per i veicoli, un elemento da non sottovalutare per una ricerca completa.
Dallo studio è così emerso come la produzione di energia elettrica da biocarburante sia la scelta migliore. Ogni veicolo potrebbe in media compiere l’81% in più di distanza se i biocarburanti fossero utilizzati per produrre energia elettrica con la quale caricare poi le batterie dei mezzi di locomozione, sottolineano i ricercatori in un articolo da poco apparso sulla rivista scientifica Science. Alimentare con l’energia elettrica ottenuta dal mais un veicolo potrebbe inoltre consentire l’emissione di 10 tonnellate in meno di CO2 per acro rispetto a un mezzo di trasporto alimentato a benzina. La differenza di anidride carbonica calcolata corrisponde a circa il doppio di quella risparmiata utilizzando un’auto alimentata direttamente con bioetanolo.
Una differenza così sensibile è principalmente dovuta alla resa dei motori elettrici, molto più efficienti da un punto di vista energetico rispetto ai tradizionali motori a scoppio, che disperdono buona parte dell’energia prodotta sotto forma di calore.
La ricerca di Campbell e colleghi è il primo studio a dimostrare in maniera organica i vantaggi della conversione in energia elettrica dei biocarburanti per i veicoli di locomozione. Nonostante i validi risultati e il minore impatto ambientale rispetto ai combustibili fossili, le soluzioni legate al biocarburante sollevano ancora numerosi dubbi tra scienziati, economisti e produttori di veicoli. La produzione dal mais e da altri vegetali del carburante richiede coltivazioni intensive che mettono spesso a dura prova il suolo. Secondo alcuni, nel lungo periodo un’economia dei trasporti basata sui biocarburanti potrebbe rivelarsi difficilmente sostenibile, sia dal lato finanziaro che ambientale.
Chi pensa che i biocombustibili possano essere dei validi sostituti per i combustibili fossili ha seri problemi mentali. Produrre alimenti per poi metterli all’interno delle macchine o per produrre elettricità non solo è di un’immoralità paurosa, ma è di una miopia assurda. Non pensate che il terreno sia inesauribile!