Il mais era utilizzato dai coltivatori già 9000 anni fa

maisQuello tra mais e genere umano è un rapporto di lunga data. Un gruppo di ricercatori ha da poco scoperto le tracce più antiche finora conosciute del cereale, risalenti a circa 9.000 anni fa, in un’area del Messico. Il ritrovamento è molto importante, poiché sembra dimostrare come i primi coltivatori se ne cibassero invece di ottenere solamente alcune bevande alcoliche come finora ipotizzato.

I passaggi che portarono all’adozione della coltivazione del mais costituiscono da tempo un enigma per gli antropologi. Fino a ora molti ricercatori avevano ipotizzato una lontana parentela tra il teosinte (una pianta selvatica che cresce in alcune aree del Messico) e il mais senza però trovare prove sufficienti per dimostrare la loro ipotesi. Nel 2002, un gruppo di ricerca riuscì infine a trovare una prova inconfutabile analizzando il patrimonio genetico delle due piante e giungendo alla conclusione che il mais è un parente del teosinte.

Teosinte
Teosinte

Partendo da questi presupposti, un team di archeobotanici guidato da Dolores Piperno (Smithsonian Institution, USA) si è messo alla ricerca di prove archeologiche in grado di dimostrare la presenza delle prime piante di mais coltivate nell’area del fiume Balsas nel Messico centrale. I ricercatori si sono così dedicati alla ricerca di alcuni fossili microscopici derivati dalle piante, i fitoliti, e dei resti su alcune  rocce dell’amido rilasciato dai semi quando venivano frantumati dai primi coltivatori.

Dopo numerose ricerche, il gruppo di Dolores Piperno ha infine identificato alcuni resti dei semi e dell’amido lavorati dall’uomo e protetti per millenni sotto un enorme masso. L’analisi al radiocarbonio ha così consentito di stabilire l’età delle tracce di mais ritrovate: 8700 anni. Un dato conforme alle ipotesi formulate dai genetisti che alcuni anni fa avevano stabilito la discendenza del mais dal teosinte.

L’importante scoperta, da poco pubblicata sulla rivista scientifica Proceedings of the National Academy of Sciences, sembra smentire le precedenti supposizioni secondo cui i primi coltivatori utilizzassero esclusivamente foglie e stelo del mais per la produzione di bevande a base di alcol e non i semi per la normale alimentazione. Il lavoro di Piperno e del suo team potrebbe ora aprire la strada a nuove ricerche tese a indagare come i coltivatori 9.000 anni fa riuscirono ad addomesticare il teosinte e dunque il mais, ottenendo una valida risorsa per la nutrizione delle loro comunità.