Luna 40 anni fa: la lezione delle missioni Apollo

Sono passati 40 anni dalla prima grande avventura lunare dell’uomo, eppure la Luna ci nasconde ancora alcuni segreti. La missione dell’Apollo 11 in quel lontano 1969 non ebbe in realtà un grande valore scientifico sul fronte dell’approfondimento delle nostre conoscenze sul satellite naturale che orbita intorno alla Terra. L’obiettivo primario era portare gli astronauti statunitensi sulla superficie della Luna e su questo punto si concentrò principalmente il lavoro delle equipe della NASA.

credit: nasa.gov

Certo, l’Apollo 11 riportò a terra diversi chilogrammi di rocce lunari e consentì di misurare con maggiore precisione le distanze tra la Terra e la Luna a seconda dell’orbita, ma i principali progressi scientifici sulla conoscenza del nostro satellite arrivarono con le altre missioni del programma della NASA. In questo senso, l’impresa di Aldrin, Armstrong e Collins fu una sorta di prova generale, una prova che però non ammetteva troppi errori o la ripetizione di alcuni atti. Tutto doveva funzionare alla perfezione come nel rodato meccanismo di un orologio e così fu.

Gli statunitensi spesero circa 13 dollari a testa all’anno per finanziare il programma Apollo, raggiungendo così la considerevole cifra di 24 miliardi di dollari, pari a circa 135 miliardi di dollari attuali. Un’impresa costosa, ma mai quanto la guerra in Iraq che è costata agli Stati Uniti fino a ora 845 miliardi di dollari, con costi per l’economia statunitense che superano i 3mila miliardi di dollari. Senza contare le perdite umane: tre per l’intero progetto Apollo, più di 4.300 soldati statunitensi in Iraq.

I tre  astronauti dell’Apollo 11 partirono in pace per la Luna, come testimonia la targa lasciata lassù il 21 luglio 1969, ma lasciarono comunque una Terra ben poco pacificata. Il conflitto in Vietnam era ancora lontano da una fine definitiva e i due blocchi continuavano a confrontarsi sullo scacchiere internazionale, consapevoli di poter scatenare da un momento all’altro un olocausto nucleare.

Gli Stati Uniti volevano dimostrare la loro supremazia nella corsa spaziale e dopo i primi insuccessi alla fine ci riuscirono. Ciò comportò un’organizzazione sostanzialmente militare del progetto Apollo: rigore, disciplina e segretezza furono le parole d’ordine per tutte le migliaia di persone che parteciparono alla realizzazione delle missioni. L’Unione Sovietica osservava ogni mossa e fino all’ultimo decise di non demordere, cercando di riportare un campione lunare sulla Terra prima degli States.

C’era poco tempo per fare della scienza, lassù, a centinanaia di migliaia di chilomeri dal nostro Pianeta. Gli astronauti inviati sulla Luna con l’Apollo 11 non erano uomini di scienza e non avevano una grande preparazione scientifica. Il loro incarico era raggiungere il satellite sfruttando al meglio i progressi da gigante nella tecnologia realizzati in pochi anni dalla Nasa e dagli altri partner della missione.

Competizione, guerra fredda, scienza, tecnica, disciplina, orgoglio, ostinazione. La conquista della Luna fu probabilmente il mix di tutti questi elementi e in ognuno di essi portò a qualche progresso. Gli Stati Uniti diedero un colpo ferale all’URSS, recuperando in meno di un decennio la distanza accumulata nei confronti della tecnologia spaziale sovietica. Le rocce lunari consentirono di comprendere meglio l’origine del nostro sistema solare, mentre le strumentazioni tecniche utilizzate per compiere l’impresa trovarono numerose applicazioni pratiche anche qui sulla Terra. Con una organizzazione del lavoro militaresca se non proprio militare, gli Stati Uniti dimostrarono come si potessero raggiungere obiettivi molto ambiziosi in tempi relativamente brevi, anche se al tempo stesso crearono un giocattolo “vuoto”, un modello difficilmente applicabile per giungere a genuini progressi scientifici nei decenni successivi con l’esplorazione dello spazio e dunque da ripensare.

Ma prima di tutto questo, l’incredibile impresa dell’Apollo 11 ha dimostrato come l’umanità intera possa investire grandi risorse ed energie per raggiungere obiettivi a dir poco impensabili in poco tempo e con straordinari risultati. Quella del progetto Apollo è una lezione per tutti noi. Una lezione che attende ancora i giusti allievi per essere nuovamente applicata anche qui, a così tanti chilometri di distanza dalla Luna.

2 risposte a “Luna 40 anni fa: la lezione delle missioni Apollo”

I commenti sono chiusi.