Un lampo di luce porta WISE in orbita

Con un lampo di luce nel cielo mattutino della California il Wide-field Infrared Survey Explorer (WISE) ha iniziato ieri il proprio viaggio verso l’orbita terrestre. Il nuovo telescopio della NASA è stato trasportato da un lanciatore Delta II, che ha successivamente lasciato il satellite in orbita a circa 525 Km di distanza dalla Terra.

credit: Bill Hartenstein/United Launch Alliance
credit: Bill Hartenstein/United Launch Alliance

Il lancio è andato secondo i piani e ora il telescopio potrà avviare le prime procedure di calibrazione necessarie per diventare completamente attivo. WISE consentirà di mappare il cielo attraverso l’infrarosso, offrendo nuovi importanti dati agli astronomi per comprendere la conformazione del Cosmo. Ad appena dieci secondi dalla separazione dal lanciatore, il telescopio ha orientato i propri pannelli verso il Sole per accumulare le energie necessarie per il successivo passaggio quando i sistemi del satellite hanno aperto le valvole del criostato, una sorta di bombola contenente idrogeno per mantenere freddi i sensori installati sul dispositivo.

WISE misura l’infrarosso, dunque le tracce di calore rilasciate dagli oggetti, e per questo motivo le sue strumentazioni devono essere mantenute a temperature molto basse, che possono anche raggiungere i -230 °C. In sostanza, i sensori devono essere più freddi dell’oggetto osservato per poter funzionare al meglio. Tale condizione consentirà, infatti, di osservare gli aloni di calore prodotti da centinaia di migliaia di asteroidi e naturalmente dai milioni e milioni di stelle e galassie rilevabili a qualche centinaio di chilometri di distanza dal nostro pianeta.

Tra circa un mese, WISE avrà terminato la complessa fase di test e calibrazione della strumentazione e potrà iniziare il delicato lavoro di mappatura del cielo nell’infrarosso. Un’operazione analoga fu eseguita circa 26 anni or sono, ma grazie ai nuovi sensori la nuova mappa sarà molto più dettagliata, nitida e completa dell’attuale. Il telescopio avrà un gran da fare lassù e poco tempo per portare a termine la propria missione. Le riserve di idrogeno offriranno un’autonomia stimata in una decina di mesi, periodo entro il quale dovrà essere completato buona parte del lavoro di osservazione.

La mappa creata da WISE conterrà centinaia di milioni di oggetti dagli asteroidi alle galassie più distanti passando per i pianeti e i corpi celesti in formazione. Una risorsa molto importante per conoscere meglio ciò che ci circonda e per pianificare le prossime missioni alla scoperta del cosmo. Il lampo di luce di ieri era solo l’inizio.

Lo Scrigno di Gioie del cosmo

Gli ammassi stellari offrono nel cielo notturno uno spettacolo di rara bellezza e sono spesso visibili anche a occhio nudo senza la necessità di dover osservare la volta celeste attraverso un telescopio. Tra i più noti e osservati ammassi stellari spicca sicuramente lo Scrigno di Gioie nella Costellazione del Sud.

NGC 4755 visto dall'Hubble Space Telescope (credit: ESA/Nasa)
NGC 4755 visto dall'Hubble Space Telescope (credit: NASA/ESA and Jesús Maíz Apellániz)

Noto agli astrofisici con il meno poetico, ma più pratico, codice NGC 4755, l’oggetto è un ammasso aperto poiché contiene un numero relativamente limitato di stelle: alcune migliaia di stelle blandamente legate tra loro dalle forze gravitazionali. Questi corpi celesti hanno età e composizione molto simile poiché si formarono da un’unica nube molecolare gigante e sono dunque un’ottima risorsa per studiare i processi che portano all’evoluzione delle stelle. Leggi tutto “Lo Scrigno di Gioie del cosmo”

Hubble aguzza la vista

Il “tagliando” dello scorso maggio ha giovato molto al celebre telescopio spaziale Hubble. A distanza di alcuni mesi dalle spettacolari passeggiate spaziali degli astronauti della missione Sts-125, organizzata per riparare e implementare le ottiche e l’equipaggiamento del telescopio, la NASA ha da poco rilasciato alcune immagini per mostrare al mondo la ritrovata vista di Hubble.

NGC 6217 (credit: NASA, ESA, and the Hubble SM4 ERO Team)
NGC 6217 (credit: NASA, ESA, and the Hubble SM4 ERO Team)

Tra le immagini più suggestive da poco diffuse online, spicca sicuramente la fotografia della galassia a spirale barrata NGC 6217, la prima a essere realizzata con la versione riparata e aggiornata dell’Advanced Camera for Surveys (ACS) collocata a bordo del telescopio spaziale. Gli scatti di questo affascinante angolo del cosmo sono stati effettuati tra il 13 giugno e l’8 luglio per calibrare al meglio la strumentazione di Hubble. Leggi tutto “Hubble aguzza la vista”

GRB 090423, l’oggetto più remoto scoperto nello spazio

Grazie al Very Large Telescope dell’ESO, gli astronomi sono riusciti a identificare l’oggetto più distante finora conosciuto dall’uomo nell’intero Universo. Il telescopio è infatti riuscito a cogliere le tracce (lampi di raggi gamma) di una delle esplosioni più remote finora registrare nello spazio. Stando ai primi calcoli, l’esplosione sarebbe avvenuta circa 13 miliardi di anni fa, ad appena 600 milioni di anni dal Big Bang, il fenomeno che si ipotizza originò l’Universo.

Il satellite Swift coglie un lampo gamma (credit:  NASA/Swift/Stefan Immler)
Il satellite Swift coglie un lampo gamma, il punto arancione (credit: NASA/Swift/Stefan Immler)

Come suggerisce il loro nome, i lampi gamma (GRB) sono potenti lampi costituiti da raggi gamma che possono solitamente avere la durata di un secondo o di pochi minuti. Questi lampi comportano la produzione di una enorme quantità di energia in pochissimo tempo, caratteristica che li rende gli eventi più potenti che si possono verificare nell’infinità del Cosmo. La loro esistenza è generalmente legata alle esplosioni delle stelle che collassano in buchi neri. Leggi tutto “GRB 090423, l’oggetto più remoto scoperto nello spazio”

Sts-125, lo Shuttle Atlantis visita per l’ultima volta Hubble

Il lancio dello Space Shuttle Atlantis (credit: NASA.gov)
Il lancio dello Space Shuttle Atlantis (credit: NASA.gov)

Lo scorso 11 maggio, lo Shuttle Atlantis ha portato in orbita la missione spaziale STS-125, la quinta e probabilmente ultima missione di servizio verso il telescopio spaziale Hubble, ormai un veterano delle orbite terrestri.

L’equipaggio della STS-125 affronterà nel corso di 11 giorni ben cinque passeggiate spaziali (la prima è avvenuta oggi, giovedì 14 maggio) per effettuare alcuni lavori di manutenzione e di aggiornamento sul datato equipaggiamento di Hubble, in orbita ormai da 19 anni. Utilizzato per le osservazioni spaziali senza l’impiccio dell’atmosfera terrestre, il famoso telescopio ha compiuto in così tanto tempo circa 97mila volte il giro della Terra, fornendo decine di migliaia di fotografie in altissima definizione dello spazio e degli astri più remoti. Leggi tutto “Sts-125, lo Shuttle Atlantis visita per l’ultima volta Hubble”

Hubble immortala il transito di quattro lune di Saturno

Nella sua lunga carriera, il telescopio spaziale Hubble ha fornito una enorme quantità di dati e informazioni per comprendere meglio cosa c’è la fuori nello spazio, ma ha anche offerto numerosi scatti curiosi ed incredibilmente suggestivi.

Transito di quattro lune per Saturno (credit: NASA, ESA, and the Hubble Heritage Team)
Hubble: transito di quattro lune per Saturno (credit: NASA, ESA, and the Hubble Heritage Team)

Il 24 febbraio scorso, per esempio, Hubble ha scattato questa fotografia in cui sono ritratte quattro lune di Saturno intente a passare difronte al loro pianeta di riferimento. La più grande della quattro, Titano, appare nella parte superiore della foto e proietta la sua ombra sul polo nord del pianeta. Per identificare le altre tre lune occorre, invece, aguzzare un poco la vista.

Procedendo verso l’equatore di Saturno troviamo Mimas, in passaggio appena al disopra dei famosi anelli che cingono il pianeta. Benché sia molto più piccola di Titano, anche questa luna proietta una piccola ombra sulla superficie di Saturno. Infine, sulla sinistra dell’immagine si possono identificare Dione (il punto più luminoso) e Enceladus, entrambe poco al di sopra degli anelli.

Questo particolare transito si verifica molto di rado, ogni 14 – 15 anni, quando gli anelli planetari appaiono “di taglio” a un osservatore dalla Terra. Si tratta di un momento molto importante per gli astronomi, poiché una presenza meno invadente sul campo visivo degli anelli consente spesso di identificare altri satelliti in orbita intorno a Saturno.

La fotografia è stata scattata attraverso la Wide Field Planetary Camera montata su Hubble quando il pianeta si trovava a circa 1,25 miliardi di chilometri di distanza dal telescopio. Grazie alle sue potenti ottiche, l’ormai storico Hubble (è in orbita da 19 anni) è in grado di cogliere dettagli della dimensione di 300 km intorno a Saturno.