Narcolessia, malattia autoimmune? Una nuova ricerca sembra confermarlo

dormireSono milioni le persone che in tutto il mondo soffrono di narcolessia, la malattia del sonno. Da tempo si indagano le cause che portano a questa particolare patologia con esiti talvolta molto promettenti. Di recente, per esempio, un gruppo di ricercatori è riuscito a ricollegare la narcolessia a due geni contenenti le informazioni per il sistema immunitario, suggerendo dunque che la malattia sia di tipo autoimmune. La nuova scoperta potrebbe portare a nuove e più efficaci procedure di cura per i narcolettici.

Mediamente, la narcolessia interessa un individuo su 2000 e possiede dunque un’incidenza sulla popolazione paragonabile ad altre gravi malattie come la sclerosi multipla. La patologia comporta la comparsa di numerosi sintomi, che variano solitamente da una incontrollabile sonnolenza diurna a colpi di sonno improvvisi, passando per la catalessia (impossibilità di contrarre volontariamente i muscoli). La malattia non può essere curata e dunque chi ne soffre è obbligato ad assumere diversi farmaci lungo il corso della giornata per mantenere sotto controllo il sonno. Leggi tutto “Narcolessia, malattia autoimmune? Una nuova ricerca sembra confermarlo”

Anni muggenti: mappato il genoma bovino

herefordCi sono voluti circa 6 anni e il lavoro di oltre 300 ricercatori per mappare completamente il genoma dei bovini. L’opera di ricerca, costata 53 milioni di dollari, è ora completa e non solo consentirà di conoscere meglio proprietà e qualità di latte e carne, ma permetterà di comprendere con maggior precisione l’evoluzione del bestiame che ha accompagnato l’uomo per buona parte della sua esistenza.

Il genoma bovino comprende circa 22mila geni e assomiglia molto al nostro e a quello dei cani. A differenza del genoma umano, però, il genoma bovino contiene un maggior numero di geni duplicati e molte più informazioni per le difese immunitarie. Secondo i ricercatori che hanno condotto la mappatura del DNA della razza Hereford, e hanno da poco pubblicato i risultati del loro lavoro sulla rivista scientifica Science, tale diversità sarebbe dovuta al fatto che i bovini sono animali ruminanti con più stomaci e sono dunque esposti a un maggior numero di microorganismi. Quello sulle difese immunitarie rimane comunque uno dei principali nodi da sciogliere sul genoma bovino da poco mappato. Leggi tutto “Anni muggenti: mappato il genoma bovino”

Per le termiti, la sopravvivenza è una questione di famiglia

Reticulitermes speratus (credit: harvard.edu)
Reticulitermes speratus (credit: harvard.edu)

Le famiglie reali ci hanno spesso abituato a scandali da antologia, ma le termiti non sono certo da meno. Quando i due regnanti di un termitaio sono al comando da un po’ di tempo, al re viene la voglia di sperimentare qualcosa di nuovo e inizia ad accoppiarsi con le sue figlie per aumentare il numero di individui nella colonia. Un incesto pericoloso, poiché l’incrocio del medesimo DNA potrebbe portare a un indebolimento del termitaio, al quale le regine di una determinata specie di termiti hanno però posto rimedio.

Stando a una recente ricerca, infatti, la regina si riproduce dando vita a una nuova generazione con il suo stesso identico patrimonio genetico. In un certo senso possiamo dunque dire che quando il re del termitaio si accoppia con le sue figlie sta in realtà avendo un rapporto con la regina, per interposta termite.

Per comprendere la portata della scoperta occorre compiere un piccolo passo indietro. Generalmente, una colonia di termiti inizia a formarsi quando un re e una regina si mettono insieme dopo l’annuale lotta per l’accoppiamento e decidono di dar vita a una famiglia. All’inizio, la coppia reale provvedere alla creazione delle termiti operaie e di quelle soldato, che hanno il delicato compito di creare e mantenere in sicurezza il nido. Quando la colonia è sufficientemente grande, la regina e il re iniziano a produrre alcune termiti con le ali, che potranno dunque abbandonare la famiglia per andare a iniziare una nuova colonia per conto loro. Leggi tutto “Per le termiti, la sopravvivenza è una questione di famiglia”

Un’alga più vecchia del previsto mette in crisi gli evoluzionisti

Volvox aureus
Volvox aureus

L’unione fa la forza, e anche la scienza lo conferma. Se le prime cellule che popolarono il nostro pianeta non avessero iniziato ad unirsi e organizzarsi, dando vita a organismi complessi, non si sarebbe verificata una piena evoluzione e oggi la Terra sarebbe probabilmente una landa desolata come tanti altri corpi celesti.

Una nuova ricerca ha da poco messo in luce come le cellule di una particolare alga, Volvox, abbiano imparato a collaborare tra loro molto prima di quanto ipotizzato fino ad ora. Se così fosse, questi particolari organismi potrebbero comportare una retrodatazione dell’inizio dei processi evolutivi di diversi milioni di anni. La controversa scoperta potrebbe dunque portare a una revisione dell’attuale suddivisione temporale legata all’evoluzione di alcune specie.

L’alga Volvox è oggetto di studio da parte dei ricercatori ormai da diverso tempo. Nel corso degli anni Settanta del secolo scorso, alcuni studi suggerirono come le cellule di questa alga verde si fossero specializzate tra i 50 e i 75 milioni di anni fa. Un processo evolutivo iniziato dunque più di un miliardo di anno dopo la nascita dei primi organismi multicellulari, e dunque un ottimo terreno di studio per comprendere i segreti dell’evoluzione. Leggi tutto “Un’alga più vecchia del previsto mette in crisi gli evoluzionisti”

Un virus è il segreto del veleno delle vespe

Vespa paralizza un bruco (credit: Wikimedia)
Vespa paralizza un bruco (credit: Wikimedia)

Non è una pratica molto piacevole, ma assicura la prosecuzione di numerose specie di vespe. Sono infatti diverse centinaia le specie di vespe che depositano le loro uova all’interno dei bruchi, iniettando nel loro organismo alcune tossine paralizzanti che consentono alla larve delle vespe di cibarsi di chi le ospita senza correre rischi. Per diverso tempo i ricercatori hanno cercato di capire la tipologia e l’origine di queste tossine senza giungere però a nessun risultato significativo. Ora, però, un nuovo studio sembra aver dimostrato come queste tossine derivino da un particolare virus che infettò le vespe milioni di anni fa.

Utilizzando il microscopio elettronico, già nel corso degli anni Settanta un gruppo di ricercatori aveva scoperto alcune caratteristiche delle tossine utilizzate dalle vespe per conferire la paralisi. Considerata la natura dei loro componenti, venne naturale classificarle come virus e chiamarle polidnavirus, una decisione che sollevò un ampio e acceso dibattito nella comunità scientifica.

Successive analisi sulle caratteristiche genetiche rivelarono che le istruzioni per creare i componenti delle tossine erano comuni al DNA di numerose specie di vespe, ma non implicavano la presenza di molecole generalmente utilizzate dai virus per moltiplicarsi e colonizzare un organismo. Alcuni ricercatori giunsero così alla conclusione che non si potesse trattare di un virus “indipendente” dalle vespe, ma di vere e proprie secrezioni codificate geneticamente. Leggi tutto “Un virus è il segreto del veleno delle vespe”

Nel sonno i segreti del diabete?

Sembra esserci un rapporto particolare tra il sonno e il diabete di tipo 2. A rivelarlo è un gruppo di ricercatori, che ha recentemente pubblicato sulla rivista scientifica Nature Genetics gli esiti di uno studio sulla mutazione di un gene in grado di regolare i ritmi giornalieri del nostro organismo, ma anche di accrescere le possibilità di contrarre il diabete.

Il nostro organismo è munito di una sorta di orologio interno, i ritmi circadiani, regolato da un ormone chiamato melatonina, i cui livelli variano tra il dì e la notte determinando le fasi di riposo notturne e le attività diurne. La melatonina riveste un ruolo fondamentale regolando il ciclo sonno-veglia ed ha specifiche interazioni con il nostro metabolismo. Secondo alcuni studi recenti, per esempio, chi dorme poco ha una maggiore probabilità di essere obeso e contrarre il diabete. Studi di laboratorio hanno dimostrato come ritmi circadiani disturbati possano effettivamente causare un aumento di peso.

Da tempo i ricercatori ipotizzano che la melatonina possa anche influenzare i livelli di un altro ormone, l’insulina, fondamentale per la regolazione del prelievo degli zuccheri presenti nel sangue da parte delle cellule. Un risvolto molto importante per comprendere meglio le dinamiche del diabete di tipo 2, che causa un’alterazione del normale prelievo di zuccheri, portando a conseguenze anche gravi per l’organismo in assenza di integrazioni dall’esterno di insulina. Leggi tutto “Nel sonno i segreti del diabete?”