Perché i cammelli hanno le gobbe? A che cosa servono?

Secondo una credenza popolare molto diffusa, i cammelli userebbero le curiose gobbe che hanno sul dorso per conservare l’acqua, così da consentire a queste “navi del deserto” di percorrere grandi distanze sotto al sole cocente senza alcun bisogno di bere. Nulla di più sbagliato.

Le gobbe dei cammelli non sono riserve d’acqua, ma veri e propri serbatoi di emergenza in cui conservare il grasso, da cui possono trarre le energie quando il cibo scarseggia. La maggior parte dei mammiferi immagazzina il grasso in eccedenza in uno strato omogeneo, generalmente collocato intorno agli organi vitali, così da proteggerli e mantenerli al caldo. I cammelli, però, vivono in ambienti aridi caratterizzati da temperature diurne molto alte e, a differenza di molti altri loro colleghi mammiferi, hanno la continua esigenza di eliminare il calore in eccesso. Leggi tutto “Perché i cammelli hanno le gobbe? A che cosa servono?”

Perché i serpenti non hanno le zampe?

Serpenti e lucertole discendono dal medesimo ceppo, eppure, mentre la maggior parte delle lucertole ha mantenuto durante il processo evolutivo le quattro zampe, i serpenti le hanno perse. Solo alcune specie primitive, come boa e pitoni, conservano ancora le vestigia delle zampe posteriori che sporgono dal loro corpo affusolato.

Struttura ossea di un serpenteA differenza di quanto si possa immaginare, non possedere le zampe si è rivelata una vera fortuna per i serpenti. La loro assenza consente a questi rettili di scivolare e intrufolarsi in aperture piccolissime, come i nidi e le tane delle prede. Inoltre, senza l’ingombro delle zampe, i serpenti possono sottrarsi ai predatori più grandi di loro nascondendosi in angusti e inaccessibili spazi tra le rocce o sottoterra. Leggi tutto “Perché i serpenti non hanno le zampe?”

Perché le tartarughe possono vivere così a lungo?

Le tartarughe sono tra gli esseri viventi più antichi della Terra, sopravvissuti a un’epoca addirittura precedente a quella in cui comparirono i dinosauri. Le tartarughe palustri e marine, come dice il loro stesso nome, passano la maggior parte della loro vita in acqua, mentre le testuggini entrano nelle acque solamente per bere o raffreddare la loro temperatura corporea.

Testuggine delle Isole Galapagos [credit: newt.com]La maggior parte di questi rettili vive fino a tarda età e numerosi aneddoti e fonti storiche testimoniano efficacemente la longevità di questi animali. Nel 1766, l’esploratore francese Marc-Joseph Marion du Fresne portò sull’isola di Mauritius un esemplare di testuggine, catturata 28 anni prima nell’Oceano Indiano. Adattatasi perfettamente all’ecosistema dell’isola, l’animale morì nel 1918, a 152 anni dal proprio sbarco alle Mauritius. La testuggine visse quindi fino alla considerevole età di 180 anni. Sono noti numerosi casi di testuggini ultracentenarie: alcune superarono abbondantemente i due secoli di età.

Tartaruga marina [credit: answersingenesis.org]Uno dei segreti che rende questi animali così longevi risiede nella particolare capacità dei loro organi interni di non degenerare con l’età. Inoltre, le loro richieste energetiche sono estremamente basse, buona parte del cibo che metabolizzano viene quindi utilizzato per “restaurare” e ottimizzare le principali funzionalità organiche. La rigenerazione cellulare in questi rettili è lenta, ma costante, e consente una crescita lungo tutto l’arco di vita.

Le cause principali di morte prematura sono quasi sempre esterne. Un piccolo di tartaruga può essere facilmente predato da numerosi uccelli, da alcuni pesci e da piccoli mammiferi. Spesso su una nidiata di cento esemplari ne sopravvive uno soltanto. Durante i primi mesi di vita, i gusci dei neonati non costituiscono ancora una reale protezione, i tempi di indurimento del carapace sono molto lunghi e in alcuni casi può occorrere un intero anno perché sia portato a compimento.

Charles DarwinIl guscio è la principale difesa per questo tipo di rettili. Quando avvertono un pericolo nascondono testa e zampe all’interno del carapace. La pianta delle loro zampe è molto callosa e “tappa” perfettamente le fenditure presenti nel guscio. Per questi animali il cibo non è quasi mai un problema. Grazie al loro metabolismo estremamente lento, tartarughe e testuggini possono rimanere a digiuno di cibo e acqua per molto tempo.

Le testuggini hanno un solo grande nemico: l’uomo. Si stima che tra il 1831 e il 1868, i balenieri abbiano catturato almeno 10.000 esemplari dalle Isole Galapagos, un paradiso naturale nel Pacifico orientale. Gli individui di queste isole raggiungevano i 250kg di peso e un diametro del guscio di oltre un metro e mezzo. Osservandone particolari e peculiarità nella crescita, Charles Darwin elaborò la sua fondamentale teoria dell’evoluzione. E chissà, forse su quelle isole le testuggini più anziane si ricorderanno ancora di quel buffo ometto barbuto che le osservava…

Perché i ragni non rimangono intrappolati nelle loro ragnatele?

La costruzione di una ragnatela è un impegno molto gravoso per un ragno che, come un provetto artista, impiega interminabili ore per terminare e perfezionare la propria opera d’arte. Ma come fa un ragno a muoversi sulla appiccicosa trappola che ha creato senza rimanere imprigionato?

Impattando contro le ragnatele, gli insetti rimangono intrappolati, invischiati nei filamenti setosi che costituiscono la tela. Per raggiungere le prede, il ragno esce dal proprio nascondiglio e pattina letteralmente sulla ragnatela, senza rimanerne imprigionato. Questo fenomeno è reso possibile grazie alla conformazione delle zampe dei ragni, dotate sulla loro sommità di particolari setole microscopiche ed estremamente dure. Questi minuscoli “pettini” consentono al ragno di muoversi sulla seta senza rimanerne invischiato. Leggi tutto “Perché i ragni non rimangono intrappolati nelle loro ragnatele?”

Perché quando saltiamo ricadiamo nel medesimo punto?

All’equatore, dove ruota più velocemente, il nostro Pianeta raggiunge una velocità di circa 1670 Km/h. Ma allora perché quando saltiamo ricadiamo nel medesimo punto?

terraSe la Terra ruota così velocemente, sembrerebbe ragionevole prevedere che chi compie un salto in aria in linea retta debba atterrare in un punto diverso rispetto a quello di partenza. Il Pianeta si è ovviamente mosso sotto ai piedi del saltatore ci dice il buonsenso.

Nel corso dei secoli, tale questione – apparentemente banale – è stata sollevata numerose volte dagli astronomi, consci di trovarsi sopra un globo rotante ad alta velocità. Semplificando molto, oggi sappiamo che tutto ciò che è compreso in un oggetto in moto si muove. Proprio per questo motivo sui mezzi di locomozione utilizziamo le cinture di sicurezza. Se non siamo ben ancorati al veicolo che ci ospita, quando questo compie un brusco rallentamento tendiamo a mantenere una certa inerzia che ci fa continuare a muovere benché il mezzo sia ormai fermo.

Un oggetto mal assicurato all’interno dell’abitacolo di un’automobile, per esempio, vola in avanti se la vettura si ferma d’improvviso in quanto l’oggetto viaggia alla medesima velocità dell’automobile. Se così non fosse, sarebbe impossibile lanciare al passeggero seduto di fronte a noi una rivista su un treno in movimento. Leggi tutto “Perché quando saltiamo ricadiamo nel medesimo punto?”

Perché uno stagno ghiaccia solamente in superficie?

Vi siete mai chiesti come mai in inverno stagni, laghi e specchi d’acqua rimangono congelati solamente in superficie?

lago gelatoLa caratteristica che porta il ghiaccio a comportarsi in questo modo è una vera e propria fortuna per numerose specie viventi, tra cui anche l’uomo. Se l’acqua gelasse nel medesimo modo di altri liquidi, infatti, per una porzione considerevole dell’anno gran parte delle nostre acque sarebbero completamente gelate e inutilizzabili con evidenti problemi per l’approvvigionamento idrico. Il ghiaccio si formerebbe solo a partire dal fondo dei laghi e dei fiumi, lasciandoci a disposizione uno strato sottile d’acqua in superficie grazie al calore del Sole.

A differenza degli altri liquidi, tra 0 e 4 °C l’acqua assume un comportamento del tutto particolare. Al punto di congelamento (intorno agli 0 °C), infatti, le molecole dell’acqua ghiacciata sono più distanti tra loro, rendendo così il ghiaccio più leggero e voluminoso. Se la temperatura aumenta, spostandosi dunque dal punto di congelamento, il reticolo cristallino dell’acqua ghiacciata si rompe, dando origine a una miriade di molecole unite a coppie tra loro. Questi frammenti del reticolo non costituiscono dei cristalli di ghiaccio veri e propri, ma sono comunque più leggeri delle molecole d’acqua più calda. Leggi tutto “Perché uno stagno ghiaccia solamente in superficie?”