Le angiosperme conquistarono il Pianeta grazie alle loro foglie

fogliaLe angiosperme sono le piante più diffuse al mondo e contano diverse centinaia di migliaia di specie diverse. Ma come ha fatto questa divisione di piante a colonizzare così efficacemente buona parte del mondo?

Per lungo tempo scienziati ed esperti di botanica hanno attribuito questo successo planetario ai fiori delle angiosperme e agli efficaci sistemi per veicolare i pollini tramite gli insetti, gli animali e le condizioni atmosferiche. Una recente ricerca potrebbe ora sovvertire tale impostazione, spostando l’attenzione dei ricercatori verso le foglie. Secondo un gruppo di studiosi, infatti, le angiosperme avrebbero vinto la competizione con le altre piante grazie al maggior numero di nervature sulle loro foglie. Leggi tutto “Le angiosperme conquistarono il Pianeta grazie alle loro foglie”

Lo scisma delle Capinere: una specie, due migrazioni

credit: pendingPer aiutare i volatili a superare l’inverno, molti cittadini britannici sono soliti seguire una semplice tradizione: lasciare un po’ di semi e mangime nei loro giardini. Una pratica innocua, ma solo all’apparenza. Secondo un gruppo di ricercatori, tale abitudine potrebbe portare gli esemplari di una medesima specie a seguire due differenti percorsi evolutivi.

Nel corso degli ultimi 50 anni, gli ornitologi hanno per esempio rilevato uno scisma in Europa tra le capinere (Sylvia atricapilla). Questi uccelli migrano insieme durante la stagione fredda verso la Spagna per trovare un clima maggiormente mite nell’area del Mediterraneo. Negli anni ’60, però, alcuni birdwatcher notarono che un certo numero di capinere aveva iniziato a svernare in Gran Bretagna. Un fenomeno che si è ripetuto nel corso di 30 generazioni circa e che ha ormai portato a un risultato sorprendente: una capinera su dieci preferisce il Regno Unito alla Spagna per passare l’inverno. Leggi tutto “Lo scisma delle Capinere: una specie, due migrazioni”

Un dinosauro per Darwin

Per l’evoluzione delle specie è tempo di aggiungere un nuovo tassello. Il fossile di un rettile in grado di volare da poco scoperto copre una importante lacuna in una progressione di fossili e potrebbe fornire importanti dati per comprendere meglio il funzionamento della selezione naturale.

Darwinopterus (credit: Lü Junchang)
Darwinopterus (credit: Lü Junchang)

Il rettile è stato, non a caso, battezzato Darwinopterus in onore di Charles Darwin, il padre della teoria dell’evoluzione nato due secoli fa. Il Darwinopterus era uno pterosauro e, come gli appartenenti a questo particolare gruppo di animali preistorici, volava nei cieli del Mesozoico, tra i 251 e i 65 milioni di anni fa. Leggi tutto “Un dinosauro per Darwin”

Ardi potrebbe riscrivere la storia della nostra evoluzione

ardiUn gruppo di ricercatori ha da poco svelato lo scheletro quasi completo di quello che potrebbe essere il più antico antenato del genere umano finora conosciuto. Nonostante avesse il corpo e il cervello con dimensioni paragonabili a quelle di uno scimpanzé, l’Ardipithecus ramidus non saltava da un albero all’altro come un primate, ma camminava mantenendo una postura eretta.

L’importante scoperta è stata riportata nella rivista scientifica Science e potrebbe gettare nuova luce sui primi stadi evolutivi della nostra specie. Per questo motivo, secondo numerosi ricercatori, l’importanza del recente ritrovamento sarebbe paragonabile alla scoperta di Lucy, il celebre scheletro ritrovato nel 1974 e risalente a circa 3,2 milioni di anni fa che rivoluzionò lo studio delle origini dell’uomo. Leggi tutto “Ardi potrebbe riscrivere la storia della nostra evoluzione”

“Che io deceda se recedo” è anche il motto dell’evoluzione

L’evoluzione non ingrana mai la retromarcia, almeno secondo un recente studio. Alcuni ricercatori hanno infatti dimostrato come l’inversione della pressione selettiva, ciò che spinge verso l’evoluzione delle specie, non comporti l’inversione di marcia di una biomolecola verso uno stadio precedente.

Diagramma molecolare del cortisolo (credit: wikimedia.org)
Diagramma molecolare del cortisolo (credit: wikimedia.org)

I risultati della ricerca aggiungono dunque un nuovo argomento a supporto della teoria secondo cui i processi evolutivi non tornano mai indietro. Un tema complesso, approcciato già nel corso del diciannovesimo secolo, che ha portato numerosi studiosi ad analizzare l’evoluzione di alcuni tratti visibili delle specie, comparando le caratteristiche attuali con quelle dei reperti fossili. Un’operazione spesso resa difficoltosa dalla mancanza di sufficienti reperti e informazioni per comprendere l’intero processo evolutivo di una singola specie. Leggi tutto ““Che io deceda se recedo” è anche il motto dell’evoluzione”

Un tirannosauro a misura d’uomo

Una recente scoperta potrebbe complicare la vita ai paleontologi. Un gruppo di ricercatori ha infatti scoperto una sorta di Tyrannosaurus rex in miniatura, prontamente battezzata Raptorex kriegsteini, che potrebbe modificare almeno in parte l’attuale approccio nello studio dell’evoluzione del temibile predatore preistorico.

raptorex

Divenuto noto al grande pubblico grazie ai film di fantascienza più che alla divulgazione scientifica, il tirannosauro presenta tratti inconfondibili come una testa enorme, una bocca piena di denti acuminati, arti posteriori possenti e una lunga coda per bilanciare l’andatura. Partendo proprio da queste caratteristiche, ricostruite attraverso lo studio dei fossili, i paleontologi avevano ipotizzato che il T. rex fosse l’evoluzione di un dinosauro simile e con le medesime dimensioni, ma meno specializzato ed evoluto come l’Allosauro che popolò la terra almeno 50 milioni di anni prima della comparsa del tirannosauro, vissuto approssimativamente tra i 70 e i 65 milioni di anni fa. Leggi tutto “Un tirannosauro a misura d’uomo”